Territorio

Laterina

"Questa è la terra che ha ricoperto nella tomba i miei vecchi e i vecchi dei miei vecchi e quei bambini che non ce la fecero ad avere i calli nelle mani e nei piedi.
Questa terra, che quando la rivolti si fa odorosa, forse non mi ricoprirà perché ora si mura tutto con il cemento.
Questa terra è stata rivoltata dalle nostre vanghe fino al cuore. Secoli di vanga. Anche a me, quando da ragazzo entravo nel solco, ha fatto sentire la sua voce; ma c’erano anche quelle delle streghe del grano e della vite"…

(in Magnelli, F., "Vinsanto in Terra di Arezzo / cenni di una filosofia naturale e di un’etica della vite e del vino", Identità Toscane – Erreemme ed., Provincia di Arezzo, II edizione, 2004, p.8)

… si esprimeva così un vecchio contadino aretino: Gosto Fagioli, nel ricordare la "toilette" pressoché quotidiana richiesta dalla vite e dal grano, lungo i vecchi solchi (per strappare le erbacce).

Valdarno Aretino Lato Pratomagno – Pian di Scò, Faella, Castiglion Fibocchi, Sant’Agata, Poggio, Gello Biscardo, Isola d’Arno, Laterina, Impiano, Anciolina, La Trappola, Rocca Ricciarda Laterina (notizie storiche estratte dal sito web del comune di Laterina.

Il territorio comunale di Laterina, nel Valdarno Superiore, si estende per kmq 24,01, parte in pianura e parte in collina. Attraversato in epoca romana da una variante della via Cassia e nel Medioevo dalla Strada Maestra Aretina, fu centro feudale, poi podesteria. Divenne sede di comunità nel 1774.

Laterina

Almeno dai primi anni dell’XI secolo, fu un feudo degli Ubertini di Arezzo. Divenuta, per la sua posizione strategica, la base di partenza delle scorrerie dei ghibellini aretini nel Valdarno, venne occupata e presidiata dai fiorentini nel 1288 che la munirono di una rocca.

Nel 1304 tornò in potere degli Ubertini che, coadiuvati dalle milizie aretine e dalle masnade dei Pazzi del Valdarno, avevano assediato e conquistato il castello. 

Distrutta nel 1326 da Guido Tarlati, nel 1336 quando venne eletto vescovo di Arezzo Buozzo degli Ubertini, Laterina fu da questi consegnata ai fiorentini, i quali provvidero a riedificare la rocca. Represso nel 1347 un tentativo di riconquista da parte dei Tarlati, essa venne definitivamente in possesso della Repubblica Fiorentina nel 1384.

Il Magnelli, nel suo "Vinsanto in Terra di Arezzo", conducendoci lungo la strada dei Setteponti, ci invita a percorrere due vie: salire al magico Pratomagno e scoprire le sue creste (Anciolina, la Trappola, Rocca Ricciarda) o scendere verso l’Arno, alla ricerca del Tempio di Santa Maria in Valle, dove pratiche devozionali erano volte a proteggere i raccolti – l’usanza, nel tempo, è stata poi mutuata dal Cristianesimo. 

Chi veniva dall’area di Castiglion Fibocchi attraversava l’Arno a guado, complice il basso livello dell’acqua.All’epoca si rivolgevano preghiere a Maria affinché proteggesse i campi dall’attacco della fillossera, l’insetto degli afidi che toglie linfa da foglie e radici e porta la pianta alla morte.

Alle cerimonie religiose della giornata partecipavano le numerose confraternite provenienti da tutto il Valdarno Aretino, coi loro variopinti stendardi; a questi confratelli veniva offerta poi da parte delle fattorie d’Isola d’Arno di Laterina e dell’Impiano una "rinfrescata a base di vinsanto".

Un particolare della Festa d’Estate è offerto dal trasferimento in processione del famoso Cristo di Laterina (il Crocefisso dei Miracoli) fino a Santa Maria in Valle.