Territorio

Torrita di Siena e Montefollonico

Torrita di Siena è un piccolo centro, un borgo, nella strada provinciale che da Sinalunga prosegue verso le capitali del vino toscano più rinomato: Montepulciano prima e poi Montalcino e del cacio di Pienza.

Si parla ancora di Valdichiana quando si parla di Torrita e siamo al confine con Val d’Orcia, Val d’Asso e Crete Senesi (San Giovanni d’Asso e Buonconvento).

Il nome di Torrita che conserva tutt’oggi la sua essenza medievale è apparso per la prima volta intorno all’anno Mille ed emerso più tardi legato alle guerre tra le Repubbliche di Siena e Firenze per la conquista dell’egemonia politica ed economica sull’odierna Toscana.

Fedele roccaforte della Repubblica Senese Torrita è stata per molti secoli uno dei suoi maggiori avamposti strategici e ha preso parte nella sanguinosa battaglia di Montaperti nel 1260 in cui Siena si adoperò per respingere l’avanzata dei Guelfi fiorentini intenti a conquistare la città ghibellina.

 
In seguito a numerosi assedi e saccheggiamenti nel 1557 Torrita si arrese definitivamente; sconfitta da Carlo V, alleato di Firenze, fu occupata dalle truppe Imperiali e assorbita dal Granducato di Toscana.

Lo stendardo posto sulla torre del Palazzo Comunale – un leone rampante con tre spighe di grano – fu sostituito da quello dei Medici.

Le numerose battaglie, assedi e altre vicissitudini hanno mutato il paese nel corso dei secoli lasciando ancora chiari segni del suo passato turbolento.

Montefollonico

Il nome del paese in epoca antica si scriveva: Monte a Follonica e Fullones erano le persone che lavoravano i panni; si evince che per Monte a Fullonico si intendesse "luogo di lavoratori di panni". Follatura, di conseguenza (ovvero il processo di passaggio del panno ai colpi di pesanti mazze mosse da un mulino ad acqua) sembra essere stata la fase di lavorazione del tessuto.

Si crede quindi che l’attività di trattamento del panno avvenisse a valle accanto all’Abbazia benedettina di "Santa Maria de Folonico". Accanto all’abbazia scorre il torrente Salarco la cui acqua era il motore per la lavorazione del panno.

Il borgo del paese si sviluppò intorno al XII – XIII secolo, soppiantando per importanza le circostanti località di origine più remota: il villaggio di Orsina, la Chiesa di San Valentino, il villaggio di Oppiano e il villaggio Feroniano, oggi fattoria Frignano.

 
Il primo documento storico che ci narra di Montefollonico è del 1202 quando al paese fu promesso dai senesi l'invio di truppe per la difesa del paese contro i poliziani.

Nei secoli prima del 1000 il territorio di Montefollonico apparteneva alla famiglia degli Ardinughi e furono proprio loro a scegliere questo luogo elevato e ben difendibile per costruirci un palazzo e le case per i servi e gli artigiani.

I monaci dell’abbazia inoltre possedevano una curtis a Frignano: quindi tra loro e i signori potenti Ardinughi si venne a costituire una potenza che reclutava sempre più persone a lavoro nella Curtis che così si ingrandiva in proporzione.

Ogni dipendente riceveva indicazioni sul lavoro da svolgere e come paga riceveva parte dei prodotti della terra.

Chi desiderava indipendenza doveva però pagare tasse e consegnare parte del prodotto per l’uso del mulino, il frantoio e il forno della Curtis.

Dove nei secoli prima del Mille esisteva un casale "Fullonica" sorse poi un castello che prese il nome di Monte a Follonica.

Dall’aprile 1229 cominciarono aspre e lunghe battaglie contro Poliziani e Orvietani e Senesi e Orvietani si batterono spesso con l’uso di armi atroci (olio bollente, pece, fuoco greco) sotto le mura della fortificazione di Montefollonico. È al 1300 che si crede risalga l’attuale assetto murario.

 
Il Tondo

Il visitatore che arriva a Montefollonico non puo’ non notare un boschetto di cipressi disposti a cerchio pieno, sopra una deliziosa collina con scorcio panoramico che guarda verso Pienza, a circa 600 metri di altitudine. La loro perfetta disposizione geometrica, al culmine di un bosco con vincolo paesaggistico di primo grado, concede al visitatore un momento di amena ammirazione. Attorno si stende, per tutta la collina di Montefollonico, un prezioso bosco a latifoglie, con prevalenza di quercie, ornielli, eriche, ginestre, noccioli, ginepri.

Degno di rilievo è l’incontro con un microhabitat che ha permesso l’arrivo di essenze vegetali di estremo interesse e rarità. Ciò che ha maggior pregio, è la ricca presenza di orchidee degne veramente di essere ammirate. Fra gli animali presenti, è caratteristica quella della Luscegnola (Chalcides chalcides), un rettile che è una via di mezzo fra il serpente e la lucertola.

Infatti, l’osservazione di questo rettile, fra l’altro abbastanza facile da incontrare, evidenzia la presenza di piccole zampe, ormai atrofizzate e vicine alla completa scomparsa, su un corpo allungato da serpente.

Prodotti tipici ed enogastronomia

Come si è già accennato in precedenza, il territorio di riferimento di Torrita di Siena e Montefollonico sono situate al centro di aree interessanti e di rilievo dal punto di vista enogastronomico. 

Come in tutta la Toscana e nel Senese, infatti, anche in questa zona la tradizione del "mangiare bene e sano " è tuttora intatta.Sia in città che nei dintorni è possibile trovare ristoranti e trattorie che cucinano ancora alla maniera delle vecchie massaie, che ancora oggi, in occasione delle feste preparano con grande abilità pietanze semplici e genuine. 

Si tratta di piatti semplici, anche se non di facile preparazione: tutti gli ingredienti (pochi per volta) sono rispettosamente accostati in modo da non soffocare mai il gusto proprio di ciascun elemento, come ad esempio la famosa bistecca deve avere quel tipo di carne, quell'olio, quella brace di legno di castagno, per essere veramente "fiorentina".

Prelibati, tra gli altri, il cacio pecorino, prodotto ora da pastori sardi immigrati nella zona, ma ottenuto con lo stesso procedimento in uso fin dal medioevo, ed ottimo in tutte le sue diverse fasi di maturazione, da fresco a stagionato, da servire a fine pasto oppure a merenda; il "Grande Vecchio" di Montefollonico , un formaggio pecorino di forma cilindrica, a facce piane e scalzo diritto, ed i l Ravaggiolo, che è invece il cacio tenero conservato in foglie di felce.

Oltre al cacio pecorino, il prosciutto, i saporiti crostini con milza e fegatelli, il pansanto (fettina condita con cavolfiore lessato, aceto e olio), la "bruschetta" (pane abbruscato al fuoco vivo, con l'olio nuovo e uno spicchio d'aglio strusciato sopra), la panzanella (pane raffermo bagnato, condito con pomodoro, olio, cipolla, basilico e altri aromi), un buon piatto di fagioli al fiasco irrorati d'olio crudo, già costituirebbero un ottimo pasto...

Ma è d'obbligo assaggiare i pici, una sorta di spaghetti fatti a mano, conditi al sugo di carne, che venivano preparati una volta dai contadini che non potevano permettersi troppo spesso la carne o altre pietanze "nobili".

Con i primi, è consigliabile un Rosso di Montepulciano DOC che va bene anche per gli antipasti di crostini con la milza e con i salumi senesi.

Sempre a proposito dei primi piatti ricordiamo le pappardelle al sugo di lepre; un'antico piatto di origine etrusca, la minestra di pane: simbolo della cucina senese, una zuppa di verdure che viene "ribollita", ed infine la minestra di farro .

Carni arrostite o "arrosto misto" e porcini arrostiti alla brace , quando è stagione, come piatti di mezzo; immancabile, squisito secondo piatto di ogni pranzo che si rispetti l'arrosto di pollo e faraona ruspanti, di "nana", (anatra) o ancora carne di maiale, agnello, porchetta cotta con sale, aglio e rosmarino, tacchino, salsicce, coniglio, carne bovina, piccione e cacciagione varia.

Il tutto accompagnato dalla ciaccia (pasta di pane schiacciata condita con olio) - o dal pane fragrante, senza sale per non offendere gli altri sapori.

Si può ancora continuare con i cantucci, biscottini alle mandorle, da intingere nel Vinsanto prodotto localmente, il castagnaccio e i crogetti, i tipici dolci di Carnevale.

Dolce stagionale, per le feste di novembre, è la ciaccia dei morti , fatta con farina, strutto di maiale, uvetta e noci, reperibile nei forni della cittadina.

I prodotti caseari
Produzione Olio

Olio DOP "Terre di Siena"

La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) Olio Extravergine di Oliva "TERRE DI SIENA", definito Olio "Terre di Siena" è riservata all’Olio Extravergine di Oliva rispondente alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione alle vigenti normative. (tratto dall’articolo 1 ‘denominazione’ del disciplinare di produzione del Consorzio Olio DOP "Terre di Siena").