Prodotti tipici

Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

La tesi più accreditata è che il nome Sessanio derivi da una corruzione di Sextantio, piccolo insediamento romano situato nei pressi dell´attuale abitato, probabilmente distante sei miglia da un più importante villaggio romano.

Il borgo di S. Stefano di Sessanio è, tra i monumenti dell´uomo, forse il più suggestivo dell´intero Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. E´ un paese completamente costruito in pietra calcarea bianca, il cui candore è stato reso opaco dal tempo.

Le coperture dei fabbricati realizzate esclusivamente con coppi offrono un´armonica visione d´insieme a chi lo osserva dall´alto della torre medicea.

Il borgo è considerato tra i più belli d´Abruzzo per gli integri valori ambientali, per il decoro architettonico e per l´omogeneità stilistica.

Le strade che lo attraversano, da percorrere rigorosamente a piedi, si presentano in ricchissima varietà, dall´erta scalinata che costeggia la Chiesa di S. Maria in Ruvo (XIII-XIV secolo), ai tortuosi selciati che si insinuano tra le abitazioni e conducono alla Torre, al lungo percorso ricavato sotto le case per proteggerle dalla neve e dai gelidi venti invernali.

Appartengono al dominio dei Medici i loggiati dalla linea elegante, i portali disposti ad arco con formelle fiorite, le finestre in pietra finemente lavorate e decorate da mani esperte, le bifore meravigliose e le mensole dei balconi.

Sulla porta d´ingresso di sud-est svetta lo stemma della Signoria di Firenze, che su queste montagne ha lasciato un granello - ma quanto prezioso - della sua raffinata civiltà. Pur non esistendo vere e proprie mura di difesa, il borgo è contornato da edifici senza soluzione di continuità che ebbero la funzione di case-mura, come mostrano anche le rare e piccole finestre.

Percorrendo le tortuose stradine si ammirano abitazioni quattrocentesche, tra cui la Casa del Capitano, e la Torre risalente al Trecento e impropriamente detta medicea, dalla cui sommità si apre allo sguardo un panorama incantevole che abbraccia le valli del Tirino e dell´Aterno e si spinge sino ai fondali della catena del Sirente e della Maiella. 

La chiesa di S. Stefano Protomartire, edificata tra XIV e XV secolo, si presenta come una monoaula in cinque campate, caratterizzata da un´insolita area presbiterale su cui si aprono le cappelle e un abside semicircolare. Rilevante è anche la chiesa della Madonna del Lago, del XVII secolo, che sorge subito fuori le mura, sulle verdi rive di un laghetto. 

Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

Le lenticchie di S. Stefano di Sessanio, biologiche da sempre, appartengono ad una qualità rara e antica che viene coltivata soltanto nei terreni aridi di alta montagna tra i 1200 e i 1450 metri.

La caratteristiche principali sono il colore marrone scuro, le dimensioni molto piccole, la superficie rugosa e striata e, soprattutto, il sapore che le ha rese celebri in tutta l´Italia, utilizzate dai migliori chef per piatti tradizionali o della nouvelle cuisine. 

Possono essere conservate a lungo senza perdere sapore e cuociono in circa 20 minuti. 

Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio (Lens culinaris medicus biotipo "S. Stefano di Sessanio"), vengono coltivate in piccoli appezzamenti, ad una altitudine compresa tra i 1.000 e i 1.500 metri di quota. Hanno una forma leggermente piatta e il colore tendente al marrone scuro. Hanno un gusto superbo e una ricchezza di ferro superiore alla media. 

Non hanno bisogno di stare in ammollo prima di essere consumate, sono di rapida cottura e sono resistenti allo spappolamento.

Sono utilizzate prevalentemente per la preparazione delle calde e gustose zuppe abruzzesi: come la zuppa di lenticchie con quadratini di pane fritto in olio di oliva, le lenticchie con patate o salsicce, o abbinate a diversi formati di pasta fatta in casa. 

Allo scopo di favorire la coltivazione e di far conoscere il prodotto, da oltre trenta anni a Santo Stefano di Sessanio, la prima domenica di settembre viene organizzata la "sagra delle lenticchie". Oltre che a Santo Stefano vengono coltivate anche a Barisciano,Calstelvecchio, Castel del Monte e Calascio.

Descrizione

La lenticchia di S. Stefano di Sessanio è un prodotto tradizionale della Regione Abruzzo. Presenta le seguenti caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche: dimensioni pari ad un diametro di 2-5 mm; forma globosa-appiattita-lenticolare; colore dei semi variabile dal violaceo al marrone-violaceo, in tinta unita o screziata.

Nella lenticchia si evidenzia un basso contenuto di lipidi ed un discreto contenuto proteico sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Ottimi sono i caratteri organolettici: piccole, saporite, di colore più scuro rispetto alle altre varietà, non richiedono di essere messe in ammollo, di cottura rapida e di notevole resistenza allo spopolamento.

Stagionalità del prodotto: La coltura viene seminata in primavera e raccolta verso agosto. 

La raccolta viene ancora svolta con metodi tradizionali e la produzione è sempre più rivolta ad un consumo familiare.

Per questi motivi le quantità ottenute sono limitate e diminuiscono ogni anno, il tutto aggravato dal proliferare di un mercato di false lenticchie di Santo Stefano di Sessanio che avvilisce i produttori locali.

Per questo motivo è stato istituito un Presidio Slow Food, sostenuto dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dalla Provincia di L’Aquila, dalla Comunità Montana Campo Imperatore-Piana di Navelli, dai Comuni di Barisciano, Calascio, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio e Santo Stefano di Sessanio.

Ogni anno a Santo Stefano di Sessanio, nel mese di settembre, si svolge la famosa Sagra delle Lenticchie, dove vengono proposti e degustati piatti tipici a base delle lenticchie locali, come la zuppa di lenticchie servita con quadratini di pane fritto in olio di oliva, le lenticchie con patate, salsicce o pane fritto, e le immancabili pizze fritte.

Fonti:  saporetipico.it - gransassolagapark.it - borghitalia.it