Strada del vino Colli del Trasimeno
La Strada del Vino "Colli del Trasimeno" è stata progettata per permettere al visitatore di sentirsi immediatamente a contatto con la terra, la sua cultura e le sue qualità.
Qui il caos della città è spesso dimenticato per essere presto sostituito con altri valori come la genuinità, il contatto con la natura e il desiderio di conoscenza.
La configurazione della collina, l’estensione limitata della natura ma soprattutto lo stesso Lago Trasimeno, crea un micro-clima che è perfetto per la coltivazione di vigneti e oliveti. Gli stessi vigneti sembrano essere rispettosi verso gli altri frutti, colori e profumi che questa terra ha fornito per anni, poiché sono di solito posizionati al limite di un bosco, vicino ad un oliveto e in mezzo a campi di girasoli e grano.
La gente che vive lungo la Strada del Vino "Colli del Trasimeno" conosce il modo per far sentire gli ospiti come se fossero a casa loro, come è sempre accaduto fin dall’epoca Etrusca, attraverso l’epoca Romana ed i passaggi dei monaci Benedettini, di San Francesco d’Assisi, dei pellegrini e degli artisti rinascimentali come il "Perugino".
Seguire i percorsi della Strada del Vino "Colli del Trasimeno" permette al viaggiatore di entrare in contatto con un’area dove la vita è piacevole, un’area naturale che coinvolge tutti i 5 sensi.
La Gastronomia di quest’area è fatta di semplici e gustosi piatti costituiti da ingredienti come l’olio extravergine di oliva "Colli del Trasimeno" e prodotti naturali locali come il tartufo, i funghi ed il pesce (anguille, lucci, carpe "regine" e persici reali).
Qui è molto facile trovare artigiani che ancora producono ferro battuto, sculture in pietra serena, pizzi e "artigianato irlandese" (gioielleria e pittura). L’itinerario include anche importanti tappe storiche e artistiche che aiutano i visitatori a scoprire il vero spirito della Strada del Vino "Colli del Trasimeno".
La "Strada del Vino"in realtà ne include cinque itinerari :
- La prima è chiamata "Lungo i sentieri dove passò Annibale" (Tuoro e Passignano);
- La seconda è chiamata "Sulle tracce dei cavalieri di Malta" (Magione e Corciano);
- La terza è chiamata "Le terre del Perugino" (Città della Pieve, Paciano, Panigale e Piegaro);
- La quarta è chiamata "In nome di Ascanio della Corgna" (Castiglione del Lago),
- La quinta è chiamata "Le verdi valli tra castelli e abbazie" (Umbertide e parte di Perugia).
- Per molti anni i produttori locali hanno scelto di migliorare i vini "tradizionali" (Sangiovese, Grechetto, Trebbiano, Canaiolo e Vinsanto) con nuovi metodi di coltura volti a produrre i vini moderni richiesti da un mercato ben informato e sofisticato.
Quindi, secondo il Disciplinare di Produzione dei vini D.O.C. oggi anche Cabernet, Pinot, Merlot e Chardonnay sono permessi. Molti anni fa Salvatore Mondini, nel suo "Trattato sui vitigni stranieri" scrisse del Gamay Perugino paragonandolo al Cabernet-Sauvignon, mettendo in risalto che questo vitigno frammisto al Sangiovese contribuiva a dare maggiore rotondità e delicatezza al prodotto finale.
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