Prodotti tipici

Il Fico d'India

La patria di origine di questa specie è il Messico; in Europa pare che sia stata portata dai Saraceni nell'anno 827 o da Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe. In Sicilia la presenza di questa specie si fa risalire al XVII secolo; nell'isola inizialmente veniva coltivata come specie ornamentale e successivamente come pianta da frutto.

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La pizza napoletana

La Vera Pizza Napoletana, quella con la cornice alta e la pasta leggera e morbida, cosparsa di mozzarella fior di latte e "pummarola 'n goppa" dal profumo di basilico che si sente lontano un miglio… è di sicuro uno dei vanti della nostra Italia. Esportata in tutto il mondo ha provocato e assistito ad un procrearsi di punti vendita e ristoranti e pizzerie soprattutto nel Nuovo Mondo, quel mondo del post-proibizionismo e del boom economico che, quasi a dispetto e come un paradosso, ha riportato in italia, nei piccoli e grandi schermi, l'immagine della pizza mangiata per strada, dello sconfinato consumo fatto dagli americani per le strade delle metropoli statunitensi…! Si, proprio in Italia…dove è nata!

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Le Mandorle della Sicilia

Originario dell'Asia centrale, il Mandorlo - tra la poche specie a fiorire in inverno ricoprendo pianure colline di candidi petali – deve ai Greci la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo, tra il V e il IV secolo a.C. Nel Val di Noto, tra le province di Siracusa e Ragusa, ha trovato il suo habitat ideale, producendo varietà di tale pregio (Pizzuta, Fascionello, Romana) da diventare un marchio conosciuto in tutto il mondo, la "Mandorla di Avola".

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La Cipolla di Cannara

Cannara è una piccola cittadina nel cuore della Valle Umbra meridionale, a meno di 10 Km da Assisi, che si adagia sulla riva sinistra del fiume Topino. I primi insediamenti in questo territorio (che all'epoca era prevalentemente palustre) risalgono intorno all'anno Mille, ma al tempo di San Francesco Cannara è già un castello con fortificazione e palazzo di corte, ed è già famosa per le sue cipolle.

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La Mela nella Val di Non DOP

La coltivazione della mela nella Val di Non vanta secoli di storia e tradizione. Le testimonianze del suo forte legame con il territorio della valle trentina sono numerosissime e vanno dalla toponomastica, come si evince dalla radice etimologica di Malè e Malosco i cui nomi derivano dal latino Maletum, cioé «posto delle mele», ad autorevoli fonti storiche come la Carta di Regola di Cles del 1641, da opere artistiche risalenti ad epoche pre-rinascimentali alla nutrita produzione di forme poetiche dialettali dedicate alla mela e alla produzione frutticola della valle.

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Il Farro di Monteleone di Spoleto

Nella più remota antichità il FARRO era il cereale più coltivato. Cariossidi di Triticum dicoccum (Farro di Monteleone) sono state rinvenute in alcune tombe egiziane anteriori al periodo dinastico, a Worms in Germania all'età della pietra e ad Aquileia in Italia all'età del bronzo e anche a Monteleone nella tomba della Biga. Il farro era la base del "Puls", minestra di cereali per i Greci e i Romani; era parte integrante del vettovagliamento dell'esercito romano. Secondo le Leggi delle XII Tavole, per ogni prigioniero si doveva provvedere una libbra di farro.

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Il Sedano Nero di Trevi

In un fazzoletto di terra tra la Flaminia e il Clitunno, si coltiva il sedano nero di Trevi, un ortaggio di cui è difficile stabilire esattamente l'origine della coltivazione, la provenienza geografica, e l'eventuale esistenza di un progenitore selvatico locale. Sta di fatto che è un prodotto di qualità, ricco di storia e tradizioni, che potrebbe aspirare alla "denominazione di origine" dell'Unione Europea.

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Il Pistacchio di Bronte DOP

Bronte è una piccola cittadina ai piedi del gigante che fuma: l'Etna come a volergli offrire gentilmente qualcosa di prezioso durante le sue "boccate" e un ringraziamento e una preghiera per risparmiarlo nei suoi momenti di "collera". Bronte è l'unico posto, in Italia dove si possono ammirare le piantagioni di pistacchi altrimenti reperibili nell'Europa Balcanica tra Grecia e Turchia.

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L'olio toscano IGP

II caso dell'olio toscano rappresenta un significativo esempio dei problemi e delle difficoltà che si possono determinare nel riconoscimento di una denominazione di origine, i quali derivano dall'ampiezza dell'area potenzialmente interessata, dalla presenza al suo interno di aree con proprie spiccate specificità e dalla eterogeneità riscontrabile a livello di tipologie di impresa, di qualità e di immagine del prodotto, nonché di strategie di valorizzazione perseguite.

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Il formaggio Caciocavallo Podolico del Gargano

Il caciocavallo Podolico è un formaggio la cui origine deriva dalla razza tipica delle terre del Gargano (Puglia). Il nome CACIO-CAVALLO, che accompagna anche il tipo Silano sembra che derivi dalla tecnica di stagionamento in coppie di forme ("a pera") unite per la bolla superiore da corda o budello e sistemate "a cavallo" di un bastone.

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