Territorio

Il Parco fluviale del Nera

La Valnerina è la valle del fiume Nera, che nasce nella zona dei Monti Sibillini nelle Marche, attraversa una zona montuosa nell'Umbria sud-orientale, per poi raggiungere Terni e di lì sfociare nel Tevere presso Orte.

L'area si caratterizza per il suo carattere montuoso; stretta e tortuosa, si divide tra le province di Terni, Perugia e Ascoli Piceno.

Tra i maggiori centri si hanno Ferentillo, Visso e Scheggino, mentre dalla vallata si raggiungono facilmente Norcia, Cascia e Spoleto.

Normalmente però con il termine "Valnerina" si intende, anche da un punto di vista amministrativo, l'insieme dei comuni gravitanti attorno l'alta valle del Nera e ricadenti nella provicia di Perugia, escludendo quindi la Conca Ternana, per la quale si usa appunto questa definizione.

Ne fanno pertanto parte esclusivamente i comuni di: Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera, che amministrativamente ricadono nel circondario "Valle Umbra-Valnerina".

La maggiore attrazione turistica è la Cascata delle Marmore, presso la fine della valle a 6 km da Terni; tutti i paesini della zona, molti dei quali in via di spopolamento, presentano una caratteristica architettura medievale: si tratta di piccoli nuclei spesso situati sui poggi (Vallo di Nera) o sui pendii (Meggiano, Scheggino, Montefranco), o arroccati sugli speroni rocciosi (Casteldilago), con impianti urbanistici di straordinario interesse: strade anulari concentriche con scalette ascendenti (Castel San Felice, Vallo di Nera), tessuti a scacchiera, oppure di forma triangolare o lineare, di frequente culminanti in una rocca (Cerreto di Spoleto, Ferentillo).

Storia

Situata lungo un'importante direttrice viaria, è stata al centro del Ducato di Spoleto in epoca longobarda, alla quale risale l'Abbazia di San Pietro in Valle presso Ferentillo, mentre nel XVI secolo si sviluppò a Preci un'importante scuola chirurgica.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la zona fu interessata da un forte movimento resistenziale, con la valle al centro delle attività della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci, che nel marzo del 1944 crearono tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa la prima zona libera d'Italia.

Il territorio

Nello stretto e profondo fondovalle segnato dalle forme regolari dei campi coltivati e dei prati, verdissimi per la costante umidità, scorre il fiume Nera.

Lungo il loro lungo corso montano, le sue acque chiare e impetuose sono sempre meno abbondanti, principalmente a causa delle numerose e crescenti captazioni effettuate per usi diversi, agricoli e industriali, e delle derivazioni per l’alimentazione degli impianti idro-elettrici.

Lungo l’alveo stretto e incassato, si allungano filari di pioppi cipressini, che spesso si sono sostituiti alla vegetazione riparia fatta di ontani, salici, a sua volta residuo di fasce boschive idrofile molto più estese.

Talvolta, al corso del fiume, si addossano vaste superfici occupate da impianti per l'allevamento delle trote, con squarci netti ed evidenti nel paesaggio.

A quote superiori, sulle vette delle montagne della Valnerina e dei monti Sibillini regnano le grandi foreste di faggio, comprensorio di eccezionale importanza naturalistica dove trovano rifugio il lupo appenninico e l'aquila reale.

La varietà floristica è notevole: tra orchidee, campanule splendenti, coloratissimi astri, viole, genziane, è ancora possibile osservare il rarissimo papavero giallo e la stella alpina appenninica.

In primavera, spettacolo unico è la fioritura dei piani di Castelluccio.

Prodotti

La Valnerina è una ricca conca di attività artigianali sia alimentari che artigiane.

Le grandi vallate della Valnerina sono un giacimento naturale di prodotti eccellenti: funghi, ribes, frutti di bosco che anticamente venivano raccolti a complemento della propria alimentazione; oggi sono ingredienti base per marmellate e liquori dal sapore speziato.

Ma il prodotto tipico per eccellenza è il tartufo nero pregiato, di cui la Valnerina è piena.

Qui il piatto tradizionale delle feste natalizie e del periodo invernale sono gli "strengozzi” (sorta di spaghetti a sezione quadrata) con tartufo, che giunge all’apice di maturazione tra novembre e marzo.

In questi mesi la zona dedica numerose manifestazioni per la degustazione del prezioso tubero: sagre, fiere, eventi gastronomici che richiamano migliaia di golosi che qui possono scegliere fra dolci, liquori, pasta e carne tutto a base di tartufo!

La valle del Nera è inoltre ricca di acque: il fiume ospita la trota e nei torrenti affluenti il gambero.

A Norcia, la lavorazione della carne di maiale è sempre stata un'arte, tanto che proprio famiglie di valenti "norcini" dettero vita alla celebre scuola chirurgica di Preci, rinomata in tutta Europa tra Cinquecento e Settecento.

Il maiale è, nell'Umbria contadina, la carne per eccellenza, accanto alla quale trionfano piccioni, oche, anatre, pecore e agnelli, e la ricca selvaggina tra cui le prelibate palombacce.

Saporiti salumi da mangiare con il pane sciapo si assaporano ovunque, mentre a Norcia spetta il primato di un prosciutto stagionato ancora preparato a mano.

In questa parte estrema della Valnerina quindi non mancano sapori e prodotti tipici e oltre a quelli già descritti si possono degustare le prelibate Lenticchie di Castelluccio di Norcia, la Patata Rossa di Colfiorito, il Farro di Monteleone di Spoleto, lo Zafferano di Cascia, e l'immancabile olio Extra Vergine di oliva .