Territorio

Grosseto comune

Le origini di Grosseto risalgono all' alto Medio Evo. Gli sporadici ritrovamenti più antichi effettuati in alcuni punti della città non bastano a provare un'origine etrusca o romana.

La città è adagiata in un’area che forma quasi un anfiteatro tra il mare e i primi contrafforti collinari con un succedersi di terreni agricoli altamente produttivi, con un’attività agricola alla ricerca di mercati sempre più vasti e lontani, attraverso l’adeguata valorizzazione anche dei suoi prodotti tipici (vino, olio, formaggi, ortaggi e frutta) e la definitiva saldatura tra produzione e trasformazione.

L'ambiente, con le sue vocazioni naturali, ha condizionato e segnato il progresso di questa terra, l'industrializzazione non ha avuto un grande sviluppo; ci sono piccole e medie imprese e laboratori artigiani.

La vitalità e la modernità della "provincia italiana" al passo, e spesso anticipatrice dei tempi, con uno sviluppo a dimensione d'uomo: Grosseto è tutto questo, con in più il calore, la genuinità e la saggezza della sua "anima contadina".

Da visitare:

Già nel XII, XIII e XIV secolo, esistevano antiche cerchia murarie, più volte distrutte e ricostruite, che furono poi sostituite dalle Mura esagonali che ancor oggi circondano il vecchio centro cittadino.

Fu Francesco I nel 1574 a dare inizio ai lavori di costruzione di questa cinta, su disegno di Baldassarre Lanci; lavori che furono poi terminati 19 anni dopo, sotto Ferdinando I; la Cattedrale è il più interessante monumento della città e sorse sul luogo della chiesa di Santa Maria, esistente nel 1138.

Numerose furono le interruzioni, dovute soprattutto alle guerre con Siena, ed è intitolata a S. Lorenzo, patrono di Grosseto che viene celebrato il 10 agosto con la tradizionale processione per le vie del centro storico ed all’imbrunire i Butteri accompagnano le reliquie e l’immagine del Santo.

La Chiesa di S. Francesco dopo essere stata dei Benedettini, intitolata a S.Fortunato, fu consegnata con il Convento a S. Francesco che, ritornando dall'Oriente, era sbarcato in uno dei porti della Maremma.

Porto della Maremma: Marina di San Rocco

Il porto turistico "Marina di San Rocco" prende il nome di Porto della Maremma per la sua centralità rispetto a questa magnifica terra: la struttura sorge infatti a Marina di Grosseto, bandiera blu d’Europa per il suo mare, al centro della costa maremmana e nel cuore verde della Toscana.

Prodotti tipici

La luminosità, il sole, il tipo di terreno, le correnti marine o di montagna contribuiscono a portare al consumatore appassionato un'ampia gamma di vini maremmani che vanno dall'Ansonica al Vermentino, al Malvasia, al Morellino, al Ciliegiolo, all'Aleatico .

I vini italiani di lusso vantano, da qualche decennio, origine maremmana! Oltre al Morellino D.O.C. da poco tempo è nata anche una nuova denominazione di origine: il Monteregio D.O.C., nelle sue varie espressioni di vino bianco, rosso e da invecchiamento.
Molto sfruttato è anche l’Olivo da cui si producono ottime varietà di drupa e quindi varie tipologie di Olio Extra Vergine di Oliva.
Per approfondimenti vedere anche: Strada del vino Colli di Maremma

La caccia al cinghiale per secoli è stata l'unica vera attività venatoria praticata dai maremmani e spesso sono organizzate vere battute che si tengono di solito da novembre a gennaio.
Tante sono le storie, le leggende legate a questo mitico animale che è divenuto anche l'emblema del Parco dell'Uccellina. Il cinghiale regna sovrano tra i fornelli maremmani e nella produzione di salumi pregiati.

Alcune specialità

L’acqua cotta

E' un tradizionale piatto della transumanza che sfoggia varianti in tutta la Toscana; in provincia di Arezzo per esempio, nell’Alta Valle del Casentino esiste una variante totalmente diversa che contempla l’aggiunta di funghi porcini assieme alle verdure.

I tortelli sono un notissimo piatto maremmano, tradizionale un tempo nelle campagne, oggi preparato e servito secondo l'antica ricetta in tutti i ristoranti della Maremma grossetana.

Il cinghiale stufato o arrosto fa da filo conduttore dalla Maremma pisana fino giù alla Maremma grossetana.

Tante sono le ricette e le varianti alle stesse. Dal cinghiale in bianco a quello con le mele tipico di Tirli, al filetto con le prugne fino alla ricetta con il cioccolato, risalente pare ai '600, ma come per l'acquacotta, ogni paese vanta una sua ricetta.

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