Vini

Il vino Doc Orcia

La Strada del Vino D.O.C. "ORCIA", recentemente riconosciuta dalla Regione Toscana, si colloca in quell’area geografica compresa tra il limite Sud dell’urbe senese e i comuni amiatini di Abbadia San Salvatore, Radicofani, San Casciano dei Bagni (bagnata anche dal Chianti "Colli Senesi"), lasciando ad Est la vicina area di produzione della D.O.C.G. "Montepulciano".

Tra i vini prodotti da questa D.O.C. vi sono:

ORCIA NOVELLO
- Uva min: 60 % Sangiovese + altri vitigni autorizzati ma non aromatici
- Commerciabilità: Sulla base della normativa vigente
- Titolo alcolom. volumico totale minimo: 11% vol.
- Acidità totale minima : 4,5 g/l
- Estratto secco netto minimo: 16 g/l

ORCIA BIANCO
- Uva min: 50 % Trebbiano toscano + altri vitigni autorizzati ma non aromatici
- Commerciabilità: Dal 1° Marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Titolo alcolom. volumico totale minimo: 11 % vol.
- Acidità totale minima: 5 g/l
- Estratto secco netto minimo: 16 g/l

ORCIA ROSSO
- Uva min: 60 % Sangiovese + altri vitigni autorizzati ma non aromatici
- Commerciabilità: Dal 1° Marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Titolo alcolom. volumico totale minimo: 12 % vol.
- Acidità totale minima: 4,5 g/l
- Estratto secco netto minimo: 20 g/l

ORCIA VINSANTO
- Uva min: Uva Sangiovese min. 50 % trebbiano toscano + altri vitigni autorizzati ma non aromatici
- Commerciabilità: Dal 1° Marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
- Titolo alcolom. volumico totale minimo: 16 % vol.
- Acidità totale minima: 5 g/l
- Estratto secco netto minimo: 23 g/l

La Strada del Vino D.O.C. "Orcia" vuol essere un medium di valorizzazione del territorio "Val d’Orcia", ad alta vocazione vitivinicola.

In tal modo si esaltano i percorsi suggestivi delle Terre di Siena, i colli e cipressi della Val d’Orcia, i borghi e le fonti della Val di Chiana, le foreste dell’Amiata, le sinuose colline dell’area delle Crete Senesi.

Tuttavia, oltre a un mezzo validissimo per la promozione del territorio il progetto di istituzione della Strada del Vino D.O.C. "Orcia" nasce come strumento di partecipazione e coordinamento delle aziende e delle istituzioni del territorio.

Si tratta quindi di una rete di percorsi caratterizzati da attrattive naturalistiche, culturali, storiche, visite alle cantine, degustazioni di prodotti delle aziende agricole, attività culturali, ricreative e didattiche.

Secondo la legislazione vitivinicola nazionale la D.O.C. rappresenta un riconoscimento di qualità attribuito ad un vino prodotto in una certa zona e recante il suo nome.

Il "Disciplinare di Produzione", se pur con la sua rigidità, garantisce la qualità del prodotto e il vino è pronto per la vendita/acquisto solo dopo accurate analisi affidate ai sensi.

La D.O.C. Orcia nel Marzo 2000 è riuscita a distinguersi, pur stretta ai lati da due "fuochi" rappresentati da D.O.C.G. storiche come "Brunello di Montalcino" e "Nobile di Montepulciano".

I comuni compresi nel territorio/giacimento della D.O.C. "Orcia" sono:

- San Quirico d’Orcia
- Castiglione d’Orcia
- Pienza
- Radicofani
- San Giovanni d’Asso
- Trequanda
- Buonconvento e parte dei comuni di: Montalcino
- Abbadia S. Salvatore
- San Casciano dei Bagni
- Torrita di Siena
- Chianciano Terme
- Sarteano.

Gli uvaggi del vino in questione menzionati in principio esistevano già prima che il disciplinare li imponesse e fanno dell’Orcia un marchio distintivo dei vini tradizionali locali.

Gli ettari di terreno coltivati a vite di questo territorio sono 17 e si contano complessivamente 35 aziende vitivinicole che le curano.

Castiglione d’Orcia

L’origine del nome proviene da petra castillonis: un suggestivo borgo medievale dominato dai resti odierni della Rocca Aldobrandesca. Questa sorge in cima al colle sul quale si "appoggia" il paese. Si dice che Castiglione d’Orcia sia il più antico insediamento umano dell’area, anche se la presenza di una pieve e del castello sembra risalgano all’alto Medioevo.

La Famiglia Aldobrandeschi di Santa Fiora detiene il merito della costruzione della Rocca, in quanto nel X secolo risultava essere la più potente della Toscana Meridionale.

A poche centinaia di metri in linea d’aria sorgeva l’altrettanto possente Rocca di Tentennano, che limitò fortemente il controllo totale della prima sulla Val d’Orcia e sulla vecchia via Francigena che l’attraversava.

La zona era in quel periodo oggetto di aspre lotte tra le famiglie Aldobrandeschi e Salimbeni e addirittura i Monaci Amiatini.

Nel XIII secolo la contesa arrivò a interessare le città di Siena e Grosseto. Dopo anni di battaglie furono i senesi ad avere la meglio su Castiglione (1251) e Rocca d’Orcia (1254-1258), e furono quindi essi a curare il rafforzamento della fortificazione.

Ben presto i senesi Salimbeni furono feudatari di questa parte della Val d’Orcia, grazie ai servigi resi alla Repubblica nella battaglia di Montaperti come Ghibellini contro i fiorentini Guelfi.

Nel 1419 Siena riuscì a deprivare i Salimbeni dei castelli, a seguito dei propositi di ingrandimento di questi ultimi.

Più a valle della Rocca si giunge all’incrocio con la via che porta alle suggestive terme, chiuse nel Borgo Medievale di Bagno Vignoni, mèta in passato di Papi e Imperatori, e oggi anche di personaggi famosi.

San Quirico d’Orcia

Anticamente denominata San Quirico in Osenna per il corso d’acqua oggi scomparso che la attraversava, è stata giocoforza ribattezzata dal fiume che oggi attraversa la cittadina così come gli altri dodici comuni appartenenti alla provincia di Siena.

San Quirico è etrusca, e il suo ingresso nella storia è a causa di una controversia nata nel 712 d.C. fra le diocesi di Arezzo e Siena per il possesso di alcune pievi.

Nel 1154 si incontrarono a San Quirico Federico I (diretto verso Roma per ricevere la Corona Imperiale) e i tre Cardinali mandati dal Pontefice Adriano IV; fino a dopo il 1550, in occasione del passaggio di San Quirico al Marchesato di Marignano e poi di Cosimo de’ Medici dopo la caduta della Repubblica di Siena, detta cittadina ha conosciuto da vicino importanti vicende storiche.

Oggi San Quirico vanta una certa "supremazia" tra tutti centri della D.O.C. "Orcia" per la bellezza del suo centro storico e per gli eventi e le strutture del settore enogastronimco che la animano.

Da visitare è la Collegiata (telefonare allo 0577-897506 per prenotarsi) costruita sull’antica Pieve di cui si ha notizia fin dal secolo VIII; oltre a quella, degne di nota sono la Chiesa di San Francesco, la Chiesa di Santa Maria Assunta e l’Ospedale della Scala, costruito nel XIII secolo.

Infine, di gran gusto e di pregio sono gli Horti Leonini (per prenotazioni chiamare sempre lo 0577-897506). La storia di San Quirico si narra anche attraverso i due principali prodotti della tradizione gastronomica locale: le lumache gustose d’autunno di cui si darà ricetta (Chiocciole in umido) e lo zafferano, ancora in attesa del riconoscimento superiore dall’UE.

Fin dal XIII secolo si parla di zafferano nella Val d’Orcia. In particolare a San Quirico solo di recente si sono create colture specifiche che raggiungono quantitativi pari ai 10 Kg, circa il 10% dell a produzione italiana.

L’uso dello Zafferano

Si prende solo la parte superiore del fiore femminile, di color rosso, chiamata stimma; per arrivare ad un grammo occorrono complessivamente circa 60 stimme.

Le fasi di produzione, dalla messa a dimora dei bulbi alla raccolta e lavorazione della parte di prodotto interessata, sono tutte manuali.

L’area di produzione coincide più o meno con quella del Parco della Val d’Orcia. La richiesta del marchio di qualità risulta così sempre più necessaria ma soprattutto legittima, per la preziosità del prodotto (definito in gergo "ORO ROSSO") e la cura e l’importanza che gli operatori vi pongono.

Bagno Vignoni

E' un borgo antichissimo le cui origini sono testimoniate dall'iscrizione latina impressa su un blocco di travertino alla fine del braccio sinistro dello stabilimento termale. L'acqua sgorga da una profondità di 1000 mt e ad una temperatura di 52° C and scorre dentro una vasca di 49 mt di lunghezza e 29 metri di larghezza.

Essa è particolarmente consigliata per curare malattie delle ossa e delle mucose poiché è ricca di solfato di Magnesio e solfato di calcio; in più ha un'azione curativa sul'apparato cutaneo. Lorenzo il Magnificoe Santa Caterina da Siena si sono curati in quelle acque (il meraviglioso loggiato che si affaccia sul bacino ha il nome della Santa).

Bagni San Filippo

Nasce dalla presenza di acque termali con proprietà terapeutiche conosciute fin dall'antichità. Infatti che siano Etrusche le origini del centro termale mentre l'esistenza di un impianto Romano nell'Età Imperiale è ampiamente documentato. Grazie all'analisi scientifica delle acque che conferma le loro proprietà quelle fanno estendere la cura delle malattie cutanee, reumatiche e artritiche alla cura di malattie dell'apparato respiratorio.

La grotta di San Filippo è degna di visita, è scavata in un grosso blocco di Travertino; secondo la leggenda nel 1267 San Filippo Benizi vi trovò riparo pr sfuggire alla sua elezione a Papa e vivere da eremita.

Nei pressi del villaggio si può trovare anche il Fosso Bianco dove le acque termali scorrono e grazie ai depositi calcarei lasciati dopo il loro passaggio creano un singolare passaggio alle tipiche rocce bianche scolpite in molteplici forme