Territorio

Scarperia

Scarperia è uno di quei paesi rimasti pressoché intatti nel tempo. Fu fondata il giorno 8 Settembre e da allora ogni anno si celebra il "DIOTTO" Anniversario della Fondazione del paese di Scarperia. 

Il borgo fu fondato col nome di Castel S. Barnaba in un luogo conosciuto come "la Scarperia", perché alla scarpa, cioè ai piedi, dell'Appennino. Da lì, infatti, iniziava una salita al passo del Giogo, erta e difficile, cioè "ria". Lo stemma è lo stesso del Comune di Firenze, il giglio rosso in campo bianco.

La storia

1306 - sconfitti gli Ubaldini, antichi feudatari del Mugello, il Consiglio dei Cento della Repubblica Fiorentina il 18 luglio delibera la costruzione della "terra nuova", Castel S. Barnaba, nel luogo detto "la Scarperia" sulla strada del principale Passo del Giogo. 

Via di comunicazione tra Firenze e Bologna

Il 7 settembre sono disegnate le strade e le mura davanti agli abitanti della campagna chiamati a raccolta nel nuovo centro, che ufficialmente nasce il giorno dopo prevedendo l'esenzione decennale da tasse e balzelli per tutti coloro che vi costruiscono la propria casa.

1415 - Scarperia diviene sede del vicario, rappresentante del potere amministrativo e giudiziario di Firenze, e il castello è ampliato per ospitarlo. Tutti i vicari lasciano il loro stemma nel palazzo, scolpito o dipinto. Il Vicariato di Scarperia comprende le podesterie di Barberino di Mugello, Borgo S. Lorenzo, Campi, Carmignano, Dicomano, S. Godenzo, Sesto, Fiesole e Vicchio.

L'attività commerciale di Scarperia cresce grazie alla sua posizione strategica lungo la strada del Giogo, attraverso la quale si raggiungono l'Emilia e il Nord Italia. Numerosi sono nei secoli XV e XVI gli albergatori e gli osti, e diffuse le botteghe artigiane, in particolare quelle dove si forgia il ferro e si producono utensili agricoli e coltelli.

1752 - il nuovo governo dei Lorena per migliorare la viabilità transappenninica costruisce la strada carrozzabile della Futa, che taglia fuori Scarperia dalle correnti di traffico che avevano fatto la sua fortuna. Osterie, alberghi e taverne cessano la loro attività e anche la vita dei coltellinai diventa difficile. Nei primi decenni dell'Ottocento ne restano solo 50.

1908 - la legge emanata da Giolitti che proibisce il commercio e l'uso dei coltelli a serramanico superiori alla lunghezza del palmo della mano dà il colpo di grazia all'artigianato dei ferri taglienti, che tuttavia sopravvive con alterne vicende fino al suo rilancio negli ultimi decenni.

Il personaggio

Sono tre i cittadini illustri di Scarperia. Luigi Fiacchi , detto Clasio (1754-1825), fu accademico della Crusca, bibliofilo e filologo di fama. La sua notorietà è legata alle Favole, composte in rima e dedicate ai rampolli delle nobili famiglie di cui fu istitutore.

Nicola Lisi (1893-1975) fu uno degli animatori dell'ambiente culturale fiorentino tra le due guerre. Prosatore che trovava ispirazione negli antichi testi religiosi e nelle "sacre rappresentazioni" confluite nei suoi testi teatrali, raggiunse i risultati migliori con il Diario di un parroco di campagna (1942), che ebbe diverse edizioni e larga diffusione negli anni Cinquanta.

Infine, Margherita Guidacci (1920-1992) fu profonda conoscitrice della letteratura inglese e francese, docente universitaria a Roma, traduttrice finissima di T.S.Elliot, Sir J.Conrad, E.Dickinson e, a sua volta, poetessa. I suoi versi, essenzialmente religiosi, sono da tempo oggetto di attenzione da parte della critica e si stanno imponendo sempre più nel panorama della letteratura italiana e internazionale contemporanea.

La curiosità

La fondazione di Scarperia è connessa a un evento storico di cui possediamo riscontri precisi. Il Comune di Firenze, infatti, per potere fondare un nuovo centro fortificato nel Mugello, dovette sconfiggere la potente famiglia feudale degli Ubaldini, che possedeva una munitissima roccaforte a Montaccianico, ai piedi del versante toscano dell'Appennino.

Il castello fu espugnato e, dicono le cronache dell'epoca, raso al suolo fino alle fondamenta. Fu emanato il divieto di costruirvi alcunché all'interno dei suoi confini e sui resti fu cosparso il sale, come i Romani fecero con Cartagine, perché non vi crescesse nemmeno una pianta. Da allora il luogo non è stato più abitato e ancora oggi la poderosa cinta muraria emerge a tratti dal groviglio della vegetazione che nei secoli ha continuato a crescere indisturbata.

La Razza bovina Calvana: origine e zona di diffusione

Un tempo era diffusa nell'Appennino Toscano; oggi restano pochi capi allevati fra i monti della Calvana e del Mugello, ad est di Prato. Come la Perugina, è considerata un ecotipo della Chianina, con una mole più ridotta rispetto a quest'ultima, a causa dell'ambiente di allevamento più difficile. 

Dal 1985 è stato istituito il Registro Anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata diffusione. Tale registro è stato istituito per salvaguardare le razze bovine minacciate di estinzione che risultano allevate in Italia e per la salvaguardia di questi patrimoni genetici.

Le seguenti razze sono quelle effettivamente ammesse: Agerolese, Bianca Val Padana (Modenese), Burlina, Cabannina, Calvana, Cinisara, Garfagnina, Modicana, Mucca Pisana, Pezzata Rossa d'Oropa, Pinzgau, Pontremolese, Pustertaler, Reggiana, Sarda, Sardo-Modicana, Varzese. Il mantello è di colore bianco porcellana. Mucose pigmentate nere. Unghioni ed estremità della corna nere.

Caratteristiche produttive:

Veniva impiegata per la produzione di carne e per i lavori agricoli. Si adatta bene al pascolo anche in condizioni difficili.
  • Zuava
  • Fiorentino
  • Maremmano
  • Mozzetta
  • Napoletano
Tagliasigari

I Maestri coltellinai di Scarperia e il Museo dei ferri Taglienti

Fu proprio dalla via dell’Appennino tra Firenze e Bologna che Scarperia traeva gran parte della sua ricchezza e della sua forza: il transito dei viaggiatori favoriva lo smercio delle produzioni artigianali del paese; tra queste assunse importanza la fabbricazione di coltelli, forbici e altri ferri taglienti.

Nel 1500 questa attività si sviluppò a tal punto che si vide necessario regolamentarla a mezzo di una Corporazione di Coltellinai, con appositi statuti emanati nel 1538 che stabilivano le norme per l’accesso all’arte e il suo esercizio e per la vendita del prodotto, in modo da porre freno alle forti conflittualità interne.

La posizione privilegiata di Scarperia facilitò per molto tempo l’affermazione dei suoi articoli, molto apprezzati per la buona qualità anche sui mercati lontani.

Verso il 1750 si aprì la nuova via del passo della Futa così da escludere Scarperia dalla viabilità principale.

Ciò comportò un periodo di crisi per i coltellinai.

Ciononostante l’elevata qualità nella lavorazione e nel prodotto finito degli artigiani di Scarperia fece sì che nel XIX secolo ripartisse la produzione grazie all’apertura del commercio con l’Italia meridionale.

Nei primi del ‘900 molte aziende cessarono l’attività a fronte della legge Giolitti del 1908; questa previde delle severe sanzioni sul trasporto libero dei coltelli a serramanico e norme sulle loro dimensioni, con effetti devastanti sull’economia di Scarperia.

Nel 1996 grazie all’amministrazione provinciale di Firenze, di quella comunale di Scarperia e delle Coltellerie locali, nasce a Scarperia l’intento di perpetuare "l’arte del coltellinaio", che per secoli aveva retto le sorti economiche, culturali e storiche di questo antico paese, attraverso un Corso di formazione per coltellinai che trasmettesse ai giovani le tecniche di lavorazione del coltello.

Avvalendosi della conoscenza e della maestria degli anziani coltellinai ancora esistenti, i partecipanti al corso hanno appreso per un triennio le tecniche ed i segreti sui "Ferri Taglienti" e le più moderne discipline di mercato.

Alcuni partecipanti al corso il 4 dicembre del 1999 hanno costituito a Scarperia la Cooperativa "Bottega dei Coltelli di Scarperia".

Il Materiale Il Corno di bue è il materiale "storico" più usato nella fabbricazione dei manici dei coltelli scarperiesi, di forma conica, cavo all’interno e con spessore decrescente a partire dalla punta fino all’estremità.

Per la lama l’acciaio al carbonio era il materiale tipico delle componenti metalliche dei coltelli scarperiesi.

Le lame e le molle erano per tradizione forgiate a mano arroventando una barra d’acciaio, modellandola a colpi di martello sull’incudine e ricavandone così i pezzi su misura del manico.

Il Materiale

Il Corno di bue è il materiale "storico" più usato nella fabbricazione dei manici dei coltelli scarperiesi, di forma conica, cavo all’interno e con spessore decrescente a partire dalla punta fino all’estremità. Per la lama l’acciaio al carbonio era il materiale tipico delle componenti metalliche dei coltelli scarperiesi.

Le lame e le molle erano per tradizione forgiate a mano arroventando una barra d’acciaio, modellandola a colpi di martello sull’incudine e ricavandone così i pezzi su misura del manico.

Intorno a Scarperia

Nei dintorni di Scarperia si consiglia di visitare:
  • il museo della Vite e del Vino a Villa di Poggioreale nel comune di Vicchio ove si trova anche la casa natale del maestro pittore Italiano Giotto (colle di Vespignano) e di Beato Angelico.
  • il Museo della Pietra Serena a Rocca di Fiorenzuola.