Territorio

Terni ed il suo territorio

"Per chi non è ternano " …è questo l’incipit ricorrente che il sindaco di Terni Raffaelli ha posto ad introduzione della pubblicazione illustrata (op. cit; p. 6).

"Per un ternano delle ultime generazioni è stato normale nascere, crescere e vivere stretto tra il monumento acqueo della Cascata e quello di ferro e di fuoco dell’acciaieria, dentro un’asimmetria profonda: più aumentava il peso del ferro, più diminuiva quello dell’acqua, incanalata nelle turbine, per produrre energia fino a lasciare secco il costone roccioso sottostante la valle del Velino per quasi tutta la settimana salvo l’irrorazione turistica domenicale che si era ridotta, negli anni Ottanta, a poche ore ." (Raffaelli, P. in op. cit., Federico Motta ed., Milano, 2002; p. 6).

Così in poche righe il Primo Cittadino di Terni illustra al lettore la situazione economica e sociale della provincia di memoria Albornoziana della fine del secolo scorso.

Prima di questa mirabile iniziativa, a fare da eco alle meraviglie del territorio ci aveva pensato anche il comico toscano Roberto Benigni che a pochi passi da Terni aveva allestito i set cinematografici degli ultimi suoi lavori: "La Vita è Bella" (premio Oscar 2000) e "Pinocchio".

Raffaella Cavalieri nell’introduzione al periodo tra Cinquecento e Seicento ci informa che i primi viaggiatori del tempo (tra cui, Nicolas Audebert, Michel E. de Montagne…) riportavano memorie della conca di Terni come un territorio particolarmente fertile, in cui crescevano rape smisurate, sia olivi, aranci e limoni.
In particolare la terra delle sponde del fiume Nera, presso Narni, si comportava in maniera singolare (fangosa nei periodi secchi e polverosa nei giorni di pioggia).

La cosa ancor più strana è che col passaggio al XVIII secolo si riscontrano nelle memorie dei viaggiatori del "Grand Tour" in Italia tematiche del tutto differenti.
I riferimenti alla Natura e ai paesaggi sono limitati ai secoli XVI e XVII (cfr. Cavalieri, R., in Cinquecento e Seicento, op. cit., p. 16).

Sulle orme di San Benedetto per Chiese e Abbazie.

Benedetto, che nacque a Norcia e visse nella prima metà del VI secolo d.C., fu l'iniziatore di quell'Ordine Benedettino che fu, con quello Francescano, tra i più importanti del Medioevo. I benedettini contrapponevano all'ascetismo tipico del monachesimo orientale la regola Ora et Labora, cioè la fusione tra la vita contemplativa e l'attività pratica.

Fu questa formula che oggi definiremmo "di successo" a produrre tanti adepti e a favorire la costruzione di abbazie e monasteri in tutta Italia e ed in particolare in Umbria.

I monasteri di quei tempi erano veri e propri centri economici e culturali: avevano terre, granai, contadini, magazzini, ma avevano anche biblioteche e monaci amanuensi che, pazientemente, trascrivevano quei testi latini e greci grazie ai quali conosciamo quella letteratura e quella cultura.

Le tappe degli itinerari benedettini nell'Umbria meridionale comprendono dei veri e propri gioielli architettonici: l'Abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo è uno di questi.
Il complesso è un raro esempio di fusione di architettura romana, bizantina e longobarda.

Escursione per "immergersi" nelle acque del Comprensorio Ternano

L'umbria è una regione non bagnata dal mare eppure ricca d'acqua. Questa ricchezza caratterizza soprattutto il comprensorio ternano, dove l'acqua, oltre a contribuire a creare paesaggi e ambienti naturali suggestivi e di eccezionale bellezza, come nel caso della Cascata delle Marmore, ha consentito alla fine del XIX sec. l'avvio dello sviluppo industriale dell'area.

Alla base di questo processo economico e sociale ci fu la nascita delle prime centrali idroelettriche (la prima fu quella di Galleto, nei pressi di Papigno), favorita dai numerosi percorsi d'acqua che si concentrano nel territorio ternano.

L'acqua in quest'area produce uno scenario indimenticabile: la Cascata delle Marmore, che il fiume Velino forma precipitando nel Nera in tre spettacolari salti per complessivi 165 m., facendone la cascata più alta d'Europa; tuttavia, la Cascata, pur offrendo uno spettacolo di eccezionale bellezza, non è creato dalla natura, ma è il risultato di molteplici interventi eseguiti nel corso dei secoli dall'uomo per impedire i frequenti fenomeni di straripamenti.

Il primo intervento fu compiuto nel 271 a.C. per volere del console romano Curio Dentato, che fece costruire un canale per convogliare le acque del lago Velinus fino al ciglione di Marmore, da dove poi confluiva nel sottostante fiume Nera; cercando, in questo modo, di bonificare la piana reatina che subiva continue inondazioni per lo straripamento del Velinus.

La Cascata delle Marmore fu una delle mete del Grand Tour, cioè quel viaggio culturale che, nell'800, intraprendevano letterati e artisti di tutta Europa nel nostro Paese per visitare i monumenti e luoghi più belli. Tra gli uomini di lettere a decantare la bellezza della Cascata ci fu Lord Byron, uno dei maggiori poeti romantici inglesi.

Anche quando non si può assistere all'impetuoso flusso delle acque del Velino che precipita nel Nera, poichè il rilascio avviene solo in orari prestabiliti; è possibile esplorare la rigogliosa area naturale in cui è inserita la Cascata. Questa immersione nella natura è facilitata dai sentieri (tutti segnalati) che sono stati realizzati all'interno dell'area.
Ce ne sono quattro, di cui quello che collega il Belvedere Inferiore al Belvedere Superiore è il più lungo: per percorlerlo ci si impiega circa un'ora.

Seguendo questi percorsi, che sono di media - facile difficoltà, si può osservare la flora spontanea del luogo, fra cui la Lingua Cervina, una felce sempreverde con lunghe fronde, e riuscire a vedere le numerose cascatelle e rapide.
Ogni percorso consente di ammirare la bellezza di questo ambiente naturale da diversi punti, rivelando al visitatore ogni volta tratti peculiari di una natura ancora intatta.

L'importanza dell'acqua per il territorio di terni e della Valnerina è racchiusa nel nome con cui la citta' di terni era conosciuta in epoca Romana: Interamnes, cioè "città tra le acque" (il fiume Nera e il torrente Serra, uno dei suoi affluenti).

Il Nera è il fiume che attraversa Terni; nasce dai Monti Sibillini ed il suo ingresso nel territorio ternano inizia nella parte meridionale della Valnerina (la stretta valle in cui il Nera si insinua subito dopo Visso). A Marmore il Nera raccoglie le acque del Velino nella Cascata, per poi proseguire il suo corso verso Terni.

Il tratto della Valnerina ternana che arriva fino alla Cascata delle Marmore è stato riconsciuto come area protetta (Parco Fluviale del Nera , costituita prevalentemente da macchia mediterranea e da boschi; è possibile avere un contatto diretto con questa natura aspra, anche se addolcita dalle coltivazioni di oliveto che ricoprono le colline dei dintorni, percorrendo i vari sentieri che si snodano in tutta l'area (segnaliamo in particolare i sentieri trekking panoramici del Belvedere Penna Rossa).

Per gli amanti dello sport, quest'area offre numerose possibilità: rafting e canoa (sul fiume Nera), arrampicata sportiva, discesa nelle grotte (con l'ausilio di guide) oppure le più rilassanti passeggiate in mountain bike o a cavallo.

Inoltre questo territorio è ricco di storia, come testimoniano i numerosi borghi incastonati sulle alture, dai quali si gode di un panorama spettacolare.

L'acqua nel territorio di Terni è anche salute e benessere; sono molte, infatti, le fonti di acque minerali che sgorgano in questa parte dell'Umbria, tra cui le più rinomate sono quelle dell'Amerino e di Sangemini , che si trovano a pochi chilometri dal centro di San Gemini, appunto, in un parco la cui vegetazione è costituita da pini e querce secolari.

La presenza di queste acque fu una delle cause che favorirono la nascita nelle vicinanze della città romana di Carsulae ( i cui resti sono ancora oggi visibili all'interno del parco archeologico di Carsulae – 3 km da San Gemini).

Utilzzate in epoca romana per alimentare le terme di Carsulae, oggi le acque di Sangemini sono particolarmente apprezzate in pediatria e nella cura dell'apparato digerente.

In prossimità di Acquasparta, località situata a 20 km da Terni, si trovano le Fonti dell'Amerino; queste acque, consigliate soprattutto nella la cura delle affezioni delle vie urinarie, sono comunemente chiamate "del Poverello d 'Assisi", poiché si narra che San Francesco le bevve per alleviare i suoi dolori fisici.

Il Pampepato - Dolce Ternano per eccellenza

Il gusto e la tecnica di preparazione, nonché gli ingredienti fanno pensare a una rivisitazione della bevanda Messicana delle popolazioni Incas e Aztechi: il Xocoatl, con cacao in polvere, acqua e peperoncino.

Dalle parti di Narni, invece tutto prende forma e consistenza e si chiama Pampepato (il Computer corregge con il senese Panpepato, con la "n ”, ma questa è un’altra storia, un altro luogo e un’altra cultura).

Si dice che il Pampepato sia un dolce che proviene dai Balcani, dalla Turchia in particolare, la cui preparazione primordiale risale a circa 500 anni fa . Non si sa come e per quale via sia giunto in Umbria ma sembra che agli abitanti di Narni e Terni sia piaciuto alquanto tanto da eleggerlo a dolce natalizio.

Se non c’è il tradizionale dolce con cioccolato e pepe la tradizione perde d’importanza quasi poché di generazione in generazione essa si è tramandata.

Ne forniamo qui gli ingredienti: frutta secca, noci, pinoli, nocciole, uvetta, mandorle, frutta candita, miele e mosto cotto, spezie (cannella, noce moscata e pepe).

Al gusto risulta dolce e speziato allo stesso tempo, con un leggero pizzicore che non guasta…anzi!

Il Consorzio Pampepato Ternano è nato con lo scopo di tutelarlo e promuoverlo tanto da riuscire a fargli ottenere il marchio di qualità e il riconoscimento di D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) ufficiale.

Spaziando sulla cucina ternana arrivata intatta e promossa tutt’oggi nei ristoranti locali si approda a ricette e prodotti di tutto rispetto e qualità. Una visita in quest'area può diventare più piacevole se ci si ferma in uno dei ristoranti tipici o agriturismi della zona per gustare le specialità gastronomiche: tra i primi piatti, a farla da padrona sono le Ciriole, (Manfricoli a Narni, Picchiarelli a Sangemini...): una delle tantissime varianti della semplice e povera pasta ottenuta dall'impasto di acqua e farina, e condite con molteplici sughi, come le Ciriole all'aju oju e pommodoru (Ciriole aglio, olio e pomodoro, ovvero le tipiche Ciriole alla ternana), le Fettuccine, gli Stringozzi al tartufo , gli Gnocchetti alla collescipolana, i Frascarelli, gli Gnocchi di castrato (con il sugo di pecora).

Come secondi piatti la cucina ternana offre un'ampia scelta per tutti i gusti: la Trota tartufata, la Padellaccia, la Coratella d'agnello, il Baccala' Dolce, le Frittelle ai fiori di Zucca, la Faraona alla leccarda, "lu saguinaccio", le "mazzafegati" (salsicce a base di fegato di maiale, molto piccanti), le Lumache alla ternana, la pizza di Pasqua (nelle varianti dolce ed al formaggio), e la famigerata Pizza sotto lu focu (pizza cotta sotto il fuoco).

Tra i dolci si segnalano la Pizza di Pasqua dolce ternana (ricetta del periodo di Pasqua), le Frittelle di San Giuseppe, "Lu biscottu", ovvero il ciambellone fatto con le uova di papera e "Li gnocchi dorgi", (Gnocchi dolci).