Territorio

Il Valdarno fiorentino

Certo si parla dell’Arno, ma non dimentichiamo il Grande Signore, Sua Altezza Il Pratomagno, che dal primo "viene preso in giro" traendo però dalle pendici quelle sostanze e quel microclima che sono la base per la produzione di quanto di più buono arriva nelle tavole di tutto il Valdarno.

L’Olio, qui, si produce come in poche altre zone, tra il Pratomagno e l’Arno.

Risulta bello farsi raccontare storie, procedimenti e aneddoti dalla gente del luogo che parla con una simpatica inflessione dialettale.

Si parla come si mangia … naturale e genuino! Ai produttori che da secoli nelle campagne toscane producono Olio… … dalle olive … … di quest’area …. senza altri mezzi che non siano le buone macine di granito, risulta poco credibile che vi sia genuinità di processo e di prodotto dietro al prezzo stracciato con cui viene messo in commercio l’olio nella grande distribuzione; così è anche per chi opera nel settore divulgando la famosa "buona novella".

Diffidate delle imitazioni, cercate l’olio toscano, e per essere più sicuri, dopo aver visto le olive entrare in frantoio e essere frante, acquistatelo confezionato direttamente lì, come la legge vigente comanda, in bottiglie sigillate o nelle latte dai 5 litri in su.

Vi accorgerete che l’unica chimica che entra in gioco è quella che fa innamorare chi si vuole bene, chi vuole bene al prossimo ma anche a sé stesso, chi ama i prodotti della terra e la loro origine, una terra che armonicamente alterna terreni coltivati, case padronali e la natura più sincera.

C’è chi è talmente bravo da riuscire ad imitare un accento o un’inflessione dialettale, da vendersi al punto di arrivare a (s)vendere un prodotto che non può mantenere le sue qualità e la genuinità a certi (bassi) prezzi.

"Prevenire è meglio che curare!": ovvero, è meglio capire un prodotto e tutto quanto serve per ottenerlo per capire poi il giusto prezzo a cui deve essere acquistato per rendersi conto, infine, che operando delle scelte di questo tipo serviranno meno medicine per mantenersi in salute.

Non è tutto … a Reggello l’olivo si spinge fin sui colli al limite ideale per essere coltivato, e ci guadagna in salute, perché la classica mosca, che con le stagioni più calde attacca la drupa (l’oliva), qui non esiste, l’oliva nasce piccola, succulenta, donando un olio vero, sincero e di un verde più intenso dei giovani prati in primavera.

Reggello

Questo territorio era attraversato fin dal periodo etrusco dalla strada che collegava Fiesole ad Arezzo; su questo percorso i Romani fecero passare una deviazione della via consolare Cassia, da cui sembra derivare il toponimo Cascia.

La Via dei Sette Ponti corrisponde sommariamente alla romana Cassia Vetus: attraversa il Valdarno da Arezzo a Firenze e nel territorio di Reggello si stacca dall’Aretino.

Reggello nacque come "Mercatale", all’incrocio di queste vie. Il nome antico (Castelnuovo della Pieve di Cascia) fu mutato sotto i Lorena, all’epoca di Pietro Leopoldo, in Reggello, che trae origine dal diminutivo rege, termine con il quale si indicavano le antiche proprietà dei Longobardi.

Gli oliveti furono introdotti dal Granduca Leopoldo, ma l’origine della coltivazione degli olivi si fa risalire al tempo degli Etruschi.

La storia del contado s’intreccia con quella delle città vicine e viceversa, così gli insediamenti religiosi in questo territorio erano sotto la diocesi di Fiesole e le fortificazioni realizzate con i contributi finanziari di Firenze.* * (informazioni sul territorio riprese da "Rassegna dell’Olio d’Extravergine di Oliva di Reggello Pratomagno" pubblicato dal Comune di Reggello con il patrocinio della Regione Toscana e la Provincia di Firenze).