Il Miele del Casentino
Si ha del Casentino l’immagine di una stupenda vallata, quale effettivamente è. In questa vallata, tra paesaggi millenari e boschi con templi di culto come La Verna e Camaldoli, le cui specie arboree vanno dal Castagno alle Conifere, dalle Acacie ai Faggi, l’apicoltura è una fra le attività più caratteristiche, tanto che già prima della guerra dava da vivere ad alcune famiglie locali.
Tra le condizioni che hanno di per sé sempre favorito lo sviluppo dell’apicoltura, si segnala il buon numero di fioriture in loco e la posizione strategica, che permette l’eventuale spostamento nelle vallate limitrofe, favorendo così il nomadismo in apicoltura. Le tipologie di miele prodotte così dai Casentinesi vanno dal monoflora al poliflora.
Prima dello zucchero, ritrovato chimico settecentesco derivato dalla barbabietola (appunto: da zucchero) e dalla canna (sempre da zucchero), l’uomo usava dolcificare gli alimenti e cibarsi del prodotto "chimico naturale" per eccellenza: il miele.
L’ape, infatti, per l’operosità che la contraddistingue e le fasi lavorative che intercorrono dal reperimento del polline al prodotto finito, può essere definita "il chimico della Natura" (anche se di processi chimici "la Grande Madre" ne attua a bizzeffe - se solo si pensa alla "fotosintesi clorofilliana"...).
Oggi l’uomo ha creato scatole progettate appositamente come se fossero laboratori chimici ambulanti e posiziona queste cosiddette arnie in tale o tal’altra area a seconda del tipo di miele desiderato (boschi di castagni, frutteti - o più specificamente aranceti, limonaie, ecc. - campi di girasoli, acacie, ecc.).
Dagli Egizi ai Romani, l’uomo ha saputo utilizzare quest’oro non solo come dolcificante ma anche come medicinale, anche se dopo il Settecento il miele rischiò di sprofondare sempre più nell’oblio.
Il miele giunto a maturazione ha in media una parte di acqua fino ad un massimo del 18%, glucidi per il 75% e proteine, enzimi e sostanze aromatiche in minima quantità. Il miele fornisce 300 Kcal/100 gr di prodotto di rapida utilizzazione. Le varietà di miele prodotte in Casentino sono: millefiori, acacia, castagno, melata d’abete.
Il miele Millefiori - di aspetto bruno chiaro, profumo delicato, sapore fine e gradevole, in genere solidifica nel corso dell’anno: è un miele a cui vengono attribuite molte proprietà proprio per la differente ed eterogenea composizione botanica dalla quale deriva.
Il miele di Acacia - è senza dubbio il miele più ricercato nel mercato. Di aspetto molto chiaro, consistenza piuttosto liquida rispetto alle altre tipologie, profumo finissimo e senza particolari sfumature se non di "confettato", risulta l’ideale sostituto dello zucchero per dolcificare qualsiasi tipo di bevanda senza modificarne il sapore.
Il miele di Castagno - ha una consistenza liquida, colore bruno abbastanza scuro, leggermente amaro e pungente, ha un elevato contenuto di ferro che lo rende particolarmente adatto a rinforzare l’organismo in ogni situazione. Il sapore è deciso e ottimo per l’abbinamento con formaggi.
La melata d’Abete - è considerato il fiore all’occhiello della produzione mellifera casentinese - è un miele di eccezionale qualità, prodotto in quantità limitate, assolutamente pregiato e ricercato. La consistenza tipica delle melate è non troppo liquida e il colore è scuro. L’odore è intenso e caratteristico e in bocca si nota il caramellato con aggiunta di un misto di resine e sostanze balsamiche.
I Prodotti Tradizionali:
Già di per sé prodotto tradizionale del Casentino, il miele è sempre stato utilizzato in cucina; come già accennato, prima ancora dell’avvento dello zucchero, il dolce fatto in casa aveva come ingrediente principe proprio il miele.
Tra i dolci più noti: i cantucci, i berlingozzi, il ciambellone e la crostata.
Il rigido clima invernale e la presenza di caminetti accesi dentro le case in pietra in alta montagna invitano inoltre al consumo di simili leccornie.
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