Territorio

Monterchi

Monterchi, è un piccolo paese in provincia di Arezzo al confine tra Toscana e Umbria tra Sansepolcro e Città di Castello.

Giace arroccato sull’antico Mons Herculis e si sviluppa tra le colline che digradano verso la valle del Tevere, costellate di antiche pievi medievali e monasteri sparsi sul territorio: il Monastero di san Benedetto, proprio a ridosso dei bastioni murari, San Simeone, in posizione centrale, San Biagio di Pocaia, San Michele Arcangelo a Pianezze, Santa Maria a Scandolaia, San Michele Arcangelo a Padonchia, San Lorenzo a Ricciano, dove a fine Agosto ha luogo la tradizionale Festa della Confraternita di Misericordia.

Il toponimo Mons Herculis, da cui deriva Monterchi, rimanda senz’altro la memoria ad antichi riti pagani di cui la terra valtiberina era ricca.

Qui era molto sentita la venerazione per alcune fonti cui le gestanti e le puerpere si recavano per chiedere protezione per se stesse e per i nascituri, e per avere latte in abbondanza: le varie Madonna del Latte, Madonna della Legna o Madonna della Nascita, erano ovunque presenti nella vallata e anche a Monterchi se ne trovano varie testimonianze.

Ad esempio in omaggio alla Vergine fu eretta nel XV secolo la chiesa della Madonna Bella, in località Pocaia, oppure si ha notizia che fino al XVIII secolo nella Pieve di Sant’Antimo si somministrasse il Battesimo per immersione.

La stessa chiesetta di Santa Maria a Momentana, in cui Piero della Francesca dipinse La Madonna del Parto, fu costruita nel XIII secolo in prossimità di una fonte di cui si hanno tracce ancora oggi.

Non a caso proprio in quel sito Piero dipinse un ritratto di sua madre, il cui volto divenne il volto della Madre, la Madonna.

Non è superfluo aggiungere che la strada presso cui Santa Maria a Momentana è situata altro non è che una strada accessoria della Romea, l’antica strada dei pellegrini che dal Nord si recavano in Terra Santa, passando da Monte Sant’Angelo in Puglia.

Ma questa terra non è solo piena di riferimenti mistici: è anche la terra dell’Homo Salvatico, un uomo che viveva da solo nei boschi della Murcia, probabilmente dedito alla caccia di frodo.

L’alone di mistero che lo circondava lo fece presto diventare protagonista di storie terrificanti, spesso ambientate presso la cosiddetta Tina dell’Homo Salvatico, una vasca per la raccolta delle castagne, oppure per la macellazione degli animali, posta in località La Murcia.

La storia finì grazie a un monterchiese che, alla fine del XVIII secolo, lo uccise sparandogli contro un proiettile d’oro, e ottenendo così la patente di caccia gratuita per sette generazioni.

Oggi la zona La Murcia , facilmente raggiungibile in macchina, in mountain-bike o a piedi, è un luogo affascinante, ricco di testimonianze del passato, come i resti della chiesa romanica di San Martino, posti tra bellissimi castagneti.

Cultura e Natura costituiscono pertanto un binomio indissolubile in questa terra e visitare Monterchi significa dunque non solo immergersi nella Storia, ma anche riappropriarsi di una natura incontaminata nella quale l’Uomo, rinfrancando lo spirito e ristorando il corpo, ritrova se stesso.

Dell’arte

Anche il centro storico conserva un’aria medievale, nonostante le distruzioni dovute a vari terremoti, e nelle stradine figurano piccole botteghe e caratteristici punti di ristoro. Ma ciò che rende Monterchi universalmente nota è la presenza dell’affresco che Piero della Francesca vi dipinse attorno al 1459, la Madonna del Parto. Restaurata magistralmente nel 1992, l’opera è oggi protetta da una teca climatizzata posta nel piccolo museo ad essa dedicato in Via della Reglia, ed è visitabile anche senza prenotazione.

Recarsi a Monterchi significa dunque completare idealmente un percorso artistico legato agli affreschi di Piero della Francesca, che comprende anche la visita al Museo Civico di Sansepolcro e alla Chiesa di San Francesco in Arezzo, ma che si sublima nella visione di un paesaggio oggi ancora intatto, il paesaggio che Piero della Francesca dipinse nelle sue opere, illuminato dalla stessa luce da lui percepita.

Durante l’estate il giardino del Museo della Madonna del Parto ospita una stagione musicale molto nota, nella quale vengono proposti concerti di Musica Classica e di Jazz eseguiti da artisti di fama internazionale.

Altri importanti appuntamenti culturali a Monterchi sono il Premio di Letteratura per Ragazzi intitolato C’era Una Volta, che si svolge l’ultimo sabato di Maggio presso il Teatro Comunale, il Convegno Poesie nel Cassetto, che porta a Monterchi poeti celebri e alcune tra le più importanti organizzazioni internazionali che si occupano di problemi sociali, e la stagione di Teatro Popolare, intitolata Paesi a Teatro, durante la quale, da Marzo ad Aprile, varie compagnie locali hanno la possibilità di farsi conoscere ed esibirsi sul palcoscenico del Teatro Comunale.

Enogastronomia

Una visita a Monterchi è piacevole anche per il gusto di una cucina semplice e genuina, proposta da vari ristoranti accoglienti e caratteristici.

A questo proposito è impossibile non ricordare la Sagra della Polenta, che si svolge la terza domenica di Settembre: è un appuntamento irrinunciabile per i veri buongustai che possono assaporare vari piatti tipici della tradizione contadina a base di mais.

A metà Gennaio, solitamente il 17, in Piazza Mercatale ha luogo la Fiera di Sant’Antonio, durante la quale vengono esposti macchinari agricoli e viene proposta la degustazione di prodotti ricavati dalla macellazione del maiale, mentre, nella seconda domenica di Ottobre, la Fiera dei Buongustai dà la possibilità di conoscere e apprezzare i migliori prodotti della tradizione eno - gastronomica della Valtiberina.

Prodotti enogastronomici

Bosco e Sottobosco

Se la stagione lo consente l’area boschiva della bassa Valtiberina tra Toscana e Umbria, proprio dove è situato il paese di Monterchi, è ricca di funghi; i tartufi invece sembrano aver trovato nell’area in questione il loro habitat naturale per crescere puntualmente ogni anno con specie a seconda della stagione (Tartufo bianco e Nero pregiato tra Autunno e Inverno, Marzuola in primavera e Scorzone in estate).

Nei crinali tra il versante Tiberino dell’Alpe di Catenaia e le dorsali dei monti Rognosi si trovano più o meno le stesse specie vegetative spontanee del Casentino (Latifoglie come Cerri, Querce, fino a Castagni e Faggi fino ad arrivare a scarsi boschi di conifere: pini e abeti).

Tra la selvaggina si possono trovare: cinghiali, daini, lepri e fagiani le cui carni suggeriscono le pietanze più varie nelle tavole dei ristoranti locali e delle case.

Prodotti agroalimentari tradizionali – dal territorio in questione sulle tavole arrivano anche prodotti come il cavolo nero, carne di chianina i cui allevamenti arrivano fino a queste terre e fauna ittica come trote, carpe e temoli (soprattutto nei dintorni della diga di Montedoglio). Frequenti le colture di olivi che danno un prodotto finale di tutto rispetto.

Escursioni per vivere il territorio

Per gli amanti della natura e delle escursioni si consiglia di perlustrare i territori sopra menzionati attraverso percorsi trekking da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike.

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