Territorio

Gubbio ed Alto Chiascio

‘L Pecorino è ‘na Gran Cosa... Da ‘n’antica ricetta de’mi’ nonna Ho arfatto el pecorino de ‘na volta Ne poi magna’ ‘ na gran quantità che ‘nte fa male ‘ne te fa ‘ngrassa’ se ‘l gratti su ‘li maccheroni è mejo del tartufo più pregiato anche se nè tanto l’omini me pargon leoni ta le donne l’occhiolino ie fa fa e nte ‘na notte i fii fa aumentà ‘i ingredienti sono: latte di pecora d’alta collina, ‘l cajo d’agnello nostrale, sale e ‘na gran cura ‘nte la stagionatura"

Walter Facchini, 15 Novembre 1984

L’area dell’Alto Chiascio include i seguenti Comuni: Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Scheggia e Pascelupo, Sigillo e Valfabbrica. Il territorio è occupato quasi per intero dall’Appennino Umbro, uno dei più importanti complessi della catena montuosa dal punto di vista della geologia e della Natura. La vetta più importante di quest’area è il Monte Cucco, con i suoi 1566 metri di altezza. 

Il parco circostante il Monte Cucco copre circa i 10.500 ettari di terreno.
Il parco è caratterizzato da erosioni geologiche e da una foresta secolare che ospita abbondante selvaggina. L’erosione delle acque di superficie sulle rocce calcaree ha prodotto profondi canyon come il Rio Freddo, lungo più di 3 km. Il fiume Chiascio, che dà il nome a questa Valle, è il principale corso d’acqua della zona.

L’enogastronomia

Il miele

Dalle immense fioriture del Parco del Monte Cucco l’eccellente prodotto delle api che contiene profumi, sapori e proprietà benefiche della natura.

Il Tartufo

Il tartufo bianco è il più importante prodotto di questo territorio e durante l’Autunno è molto utilizzato per condire ricette con pasta fatta in casa.
Il tartufo bianco e il nero pregiato celebrano la stagione e sono i prodotti chiave della gatronomia locale poiché si fanno protagonisti nelle frittate, sulle "bruschette" e sulle carni.

Il Formaggio

L’ambiente integro e salubre trasferisce qualità e sapori speciali ai prodotti. I bovini e gli ovini vivono allo stato brado nei pascoli di montagna. Sono quindi gli aromi delle erbe di lassù che persistono nel loro latte a profumare i formaggi. Speciali il pecorino, il pecorino di botte e quello infossato, la ricotta, la caciotta e, data la peculiarità del territorio, la caciotta al tartufo.

Particolare importanza riveste il citato pecorino di fossa, che gli eugubini rivendicano da sempre come una loro specialità diversa da quella ben più nota della località romagnola Sogliano al Rubicone. Anche i salumi sono tra i prodotti tipici locali.
La lavorazione del maiale è un’arte antica. Tra i prodotti derivati dalla macellazione del maiale troviamo la "lonza", il "capocollo", il "salame", il "sopresciato", il roseo prosciutto e le salsicce essiccate.

Questi salumi possono essere gustati con del pane tipico da "cucina di strada" chiamato "Crescia sul Panaro", la torta salata cotta sotto la cenere calda e la brace ardente di un caminetto.

La Vera Crescia di Gubbio è un prodotto che fa della semplicità e della genuinità il suo punto di forza; i suoi ingredienti sono facilmente reperibili e totalmente naturali. Un buon accompagnamento per i salumi è anche un buon pezzo caldo e croccante di "Brustengo", un amalgama molto liquido di farina, acqua e sale fritto in padella con olio d’oliva e un po’ di rosmarino; tale torta recupera una delle pietanze più povere e antiche.

Durante un pranzo abbiate cura di lasciar posto per i crostini con fegatini di pollo, ginepro e foglie di salvia e per una bruschetta con olio extra vergine di oliva delle zone limitrofe. Tra i primi piatti si suggerisce l’assaggio delle "Tagliatelle Fatte in Casa", delle "Pappardelle", dei "Bigoli" (spaghetti grossolani) e dei ravioli con ricotta.

Altri bei primi piatti sono rappresentati dagli "Gnocchi", specialmente se fatti con le patate rosse di Campitello. Farro, cereali e legumi, soprattutto ceci, cicerchie e lenticchie diventano base di preparazione per zuppe saporite, cucinate come la tradizione locale comanda. La quiete del posto, la limpidezza del cielo e la bellezza della natura sono lo scenario perfetto per il soggiorno in un luogo accogliente e raffinato eppure autentico ed antico come il Castello di Petroia.
Il Castello fa parte della fattoria di Petroia, che alleva al pascolo esemplari di razza Chianina e cavalli da concorso. Sorge nella valle del fiume Chiascio, alle pendici degli Appennini Centrali.

 
Gubbio

La presenza umana in quest’area è documentata fin dalla media Era Paleolitica. Tra le città umbre Gubbio fu la prima ad allearsi con Roma. Nell’89 a.C. divenne Municipium Romano con il nome di Iguvium, pur conservando il suo sistema legislativo. Nel momento della caduta dell’Impero Romano, Gubbio fu soggetta alle incursioni barbariche (guerra greco-gotica, 535-553 d.C.), che costrinsero gli abitanti a occupare le pendici del Monte Ingino.

La città venne fortificata durante il dominio Bizantino e di seguito fu occupata dai Longobardi. Successivamente divenne libero comune, tentando di resistere contro le incursioni dei Perusii e di Federico Barbarossa. Dopo essere passato ai Montefeltro e poi sotto il potere ecclesiastico, Gubbio cadde in un periodo di radicale decadenza.

Nel 1860 Gubbio venne unita al Regno d’Italia. L’Arte a Gubbio dà sfoggio di sé principalmente nel Centro Storico dove, tra la "Fontana dei Matti" (si viene considerati matti se si gira intorno alla fontana per tre volte di seguito) e Piazza Grande, troviamo Palazzo dei Consoli (uno dei migliori edifici pubblici in Italia), Palazzo Pretorio (che conserva le grandi sale del 1300 con enormi volte a crociera appoggiate su una singola colonna), Palazzo Ducale, che sorge sopraelevato rispetto al centro urbano e la residenza di Federico da Montefeltro, con un elegante cortile chiuso da un portico di stile rinascimentale. La Cattedrale, in stile gotico, è del XIV secolo; all’interno vi sono preziosi affreschi e pitture.

La Ceramica

È una delle arti più antiche e si esprime al meglio tra Gubbio, Gualdo Tadino e Fossato di Vico.
Le prime testimonianze risalgono al periodo preistorico, secondo i ritrovamenti a Colle dei Mori che si possono ammirare nell’ Antiquarium locale.
La ceramica gualdese, a partire dal XVII secolo, si caratterizzò per l’introduzione di oro e argento.

Ancora oggi le botteghe artigiane utilizzano oro zecchino e ripetono le tecniche e lo stile della tradizione, cioè quella ceramica a riflessi a terzo fuoco che è stata proposta da grandi maestri come i Rubboli e Alfredo Santarelli.
Nella città opera il Centro Promozionale della Ceramica Umbra, che attualmente è sede delle opere del concorso Internazionale della Ceramica.

La scuola di Gubbio si ricollega a quella sviluppatasi nel 1500 con Mastro Giorgio Andreoli, che fu l’inventore della tecnica del "riverbero" o "riflesso".
Grazie a questa le ceramiche furono investite di una preziosità eccezionale e gli smalti acquisirono delle sfumature color rubino, le stesse che ancor oggi caratterizzano la produzione artistica locale.

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