Prodotti tipici

Il Fico d'India

La patria di origine di questa specie è il Messico; in Europa pare che sia stata portata dai Saraceni nell’anno 827 o da Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe.

In Sicilia la presenza di questa specie si fa risalire al XVII secolo; nell’isola inizialmente veniva coltivata come specie ornamentale e successivamente come pianta da frutto.

La sua coltivazione in maniera intensiva e specializzata si fa risalire agli inizi degli anni 70 del secolo appena trascorso, data in cui si è diffusa, in particolare, nella zona etnea (S. Cono) e nell’area relativa al Comune di Santa Margherita Belice.

In passato serviva per sfamare i poveri e come alimento per alcune specie di animali, come i caprini; veniva fatto crescere lungo i confini per delimitare la proprietà e lungo le scarpate per evitare lo smottamento dei terreni.

Il ficodindia si è adattato nelle zone calde del bacino del Mediterraneo, dove cresce sia coltivato che spontaneo. Resiste alle temperature elevate ed alla siccità, cresce nei terreni poveri.

Fa parte della cultura agricola siciliana; è uno dei simboli più noti dell’isola e rappresenta un aspetto esotico di questa terra, diffuso nel paesaggio naturale allo stato spontaneo.

Si stima che in provincia di Agrigento la superficie interessata da questa specie è di 400 ha circa in coltura specializzata e 200 ha in coltura secondaria; tale superficie risulta concentrata prevalentemente in territorio di S.Margherita Belice e nei territori dei Comuni limitrofi, Menfi in particolare.

Il ficodindia si caratterizza dalla presenza di spine nel fusto e nei frutti; le spine presenti nel fusto altro non sono che foglie trasformate.

Il processo di assimilazione dei nutrienti viene espletato dalle parti giovani del fusto dette cladodi (pale).

I fiori di questa specie sono di colore giallo e ben vistosi; vengono emessi in primavera inoltrata.

Le varietà coltivate sono le seguenti: Nostrale o Gialla 90%, Sanguigna 8% e Bianca o Muscaredda 2% circa.

Il consumatore preferisce la Gialla per l’ottimo sapore dei frutti, superiore alle altre cultivar.

La Sanguigna è più diffusa della Bianca per la colorazione rossa ed attraente dei frutti, ma non per superiori caratteristiche qualitative.

Prima di inserirlo nel mercato il frutto va privato delle spine mediante spazzolatura effettuata con apposite macchine; si conserva bene alla temperatura di 10-12° C, mentre a 6° C si conserva altrettanto bene per 2-3 mesi.

Oltre che per il consumo fresco, il frutto viene utilizzato per produrre gelati, dolci, succhi e liquori.

Presenta un elevato valore nutrizionale; risulta ricco di zuccheri biodisponibili (costituiti da glucosio, fruttosio e saccarosio, la cui quantità media, secondo alcuni Autori, va dal 19 al 26 % sulla polpa fresca), amminoacidi (in particolare acido glutammico e aspartico) fosforo, calcio e vitamine, fra le quali la C.

Il succo estratto dai cladodi (pale) presenta proprietà terapeutiche, facilità la diuresi e l’eliminazione di calcoli renali; contribuisce alla diminuzione dei livelli di colesterolo e di glucosio ematico.

Il ficodindia è al centro di numerosi studi per definire meglio l’efficacia dei suoi vari componenti, fra i quali le sostanze che conferiscono il caratteristico colore.

E’ un frutto genuino, nutriente, dissetante e ricco di composti che consentono di mantenere lo stato di salute dell’organismo, il rallentamento di invecchiamento delle cellule, la prevenzione delle malattie che hanno alle base processi ossidativi.

I frutti vanno a maturazione in agosto. E’ una specie che si adatta molto bene alla scozzolatura, consistente nella eliminazione dei nuovi cladodi e dei fiori in una particolare fase del ciclo vegetativo; in questo caso la pianta emette nuovi cladodi e nuovi fiori, che portano frutti, detti bastardoni, la cui raccolta viene effettuata da fine settembre a tutto novembre.

La produzione agostana riveste un ruolo marginale rispetto alla tardiva, caratterizzata da frutti dalle caratteristiche qualitative ed organolettiche superiori.


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