La Strada del Vino Nobile di Montepulciano
Montepulciano lo si vede adagiato su un colle da cui si può godere di un vasto panorama; vi si scorge l’Umbria, fino al Monte Subasio, si ammirano le pendici dell’Amiata, della Val d’Orcia e la Valdichiana fino ai laghi di Chiusi e Trasimeno.
Porsenna sembra sia stato il fondatore della città ... già, proprio il re degli Etruschi.
L’origine sembra riportare la memoria della città al castello del Monte Poliziano (Mons Politianus) o "Castello Policiano".
Circondata da un vicinato potente (Arezzo, Perugia, Orvieto, Firenze e Siena), al quale si appoggerà per sussistere e resistere alle varie guerre, nel 1511 passa definitivamente a Firenze.
La città è definita "Perla del ‘500" per la dovizia di opere lasciate da grandi artisti, tra cui Sano di Pietro, Sodoma e Sangallo il Vecchio.
La chiesa di S. Biagio, a sud ovest della città, presenta un curioso e ben calcolato effetto acustico: sembra che l’eco di un suono emesso al centro sia ripetuta per ben 18 volte.
Tra i tanti personaggi celebri della storia ai quali la città ha dato i natali vi è appunto Angelo Poliziano, famoso poeta umanista, che ha voluto legare il suo stesso nome a Montepulciano.
Interessanti da vedere sono il Museo del Vino, Fontegrande, le terme romane e, a fine agosto, la caratteristica ricorrenza del BRAVIO DELLE BOTTI: in questa competizione le botti, di 80 Kg l’una, vengono fatte rotolare dagli spingitori di 8 contrade; vince chi per primo raggiunge il sagrato della cattedrale in Piazza Grande.
Tutto si svolge in costume d’epoca e corredano la scena spettacolari giochi degli sbandieratori. Come molte aree importanti dal punto di vista della produzione vitivinicola diffuse un po’ in tutto il territorio italiano, l’area di produzione della D.O.C. e della D.O.C.G. "Montepulciano" presenta un vino cosiddetto di nicchia, più strutturato: il Nobile di Montepulciano e uno più abbordabile sotto tutti i punti di vista: il Rosso. Si assiste quindi alla presenza di un binomio costituito dal vino principe e dal suo cadetto.
L’uva madre del Nobile è il Prugnolo Gentile, clone del Sangiovese grosso e più "nobile", vitigno autoctono che offre un prodotto finale di tutto rispetto. Al Prugnolo Gentile vengono aggiunti nell’uvaggio il Canaiolo, il Trebbiano, la Malvasia e il Mammolo in quantità maggiore.
L’invecchiamento previsto è di due anni in botti di rovere e tre per la "Riserva".
Lascia pensare e fa rimanere perplessi forse l’omonimia (voluta) con il cugino abruzzese: appunto il Montepulciano d’Abruzzo, ottenuto con l’uvaggio del Nobile ma in altra terra.
Certo l’esperimento ha portato ad un prodotto finale, anche qui, di tutto rispetto, ma Montepulciano è in Provincia di Siena, non in Abruzzo.
È un vino rosso rubino o granato, dai profumi intensi di frutti rossi, speziato ed elegante, dal sapore equilibrato, di corpo, armonico; vediamone la scheda tecnica:
Uva
- Prugnolo gentile 50-60 %
- Canaiolo nero10-20 %
- Malvasia del Chianti e Trebbiano Toscano 10-20%,
- altri vini locali come Pulcinculo, Grechetto e Mammolo fino a un massimo dell’8 %
- Colore: rosso granato che tende al marrone con l’invecchiamento.
- Profumo: delicato e intenso di viola mammola
- Sapore: asciutto, austero, leggermente tannico ma caldo e vellutato
- Alcolicità: 12,5-13 % vol.
- Acidità totale: 5,5-7 ‰
- Luoghi di produzione: comune di Montepulciano e Torrita di Siena.
Dal 1966 ha ottenuto il riconoscimento di vino a D.O.C. e dal 1985 di vino a D.O.C.G.
Antonio da Sangallo nella Chiesa di San Biagio
Per la costruzione della chiesa di San Biagio, con pianta a croce greca e cupola, situata appena sotto il colle di Montepulciano, l’architetto Antonio da Sangallo, fratello minore di Giuliano e suo collaboratore nel rifacimento del soffitto di Santa Maria Maggiore a Roma, si ispira in parte a Santa Maria delle Carceri di Arezzo (opera del fratello), ma anche alle nuove concezioni dell’architettura bramantesca.
A Montepulciano restano di Antonio da Sangallo anche alcuni palazzi patrizi come il palazzo Nobili-Tarugi e quelli Contucci e Cervini, ispirati a precedenti edifici analoghi.
Nel Palazzo del Cardinale del Monte a Monte San Savino già si nota la tendenza a contrasti di potenti masse plastiche propria dell’architettura del nipote: Antonio il Giovane, appunto, col quale collaborò per molti anni.
Scambio Enogastronomico fra Centri d’Arte
Se Pienza, patria del formaggio pecorino, abbina a questo suo giacimento produzioni vitivinicole a destra (Nobile e Rosso di Montepulciano) e a manca (Brunello e Rosso di Montalcino) oltre a varie altre produzioni interessanti, a sua volta, per la regola (morale) non scritta del do ut des la città papale cede alle due principali località l’uso e l’abuso del formaggio in tutte le sue fasi di stagionatura.
Montepulciano infatti, che abbiamo visto essere una delle capitali italiane del vino D.O.C.G., prende da Pienza, dalla Val d’Orcia e dalle Crete Senesi il meglio della produzione casearia.
Il pecorino di queste zone è dato dalla lavorazione di latte crudo intero di pecore fatte pascolare e alimentate anche da foraggio locale addizionato di fermenti lattici (sempre prodotti localmente): è un formaggio a pasta cotta maturato in cantine fresche (ca. 12 ° C) e umide (ca. 80%).
La superficie viene prima unta con olio, poi con soluzione di olio e pomodoro, poi con morchia o con cenere. La stagionatura va dai 5 mesi a un anno o 1 anno e ½ (in quest’ultimo caso diventa prodotto adatto ad essere grattugiato).
La riprova che tale formaggio è prodotto a latte crudo è data dalla consistenza pastosa e dal sapore pieno e persistente (diverso da forma a forma), non piccante e con un sentore sempre fisso di latte anche in casi di forme molto stagionate.
Il formaggio di questi luoghi è consigliato con miele di castagno o nei Rivolti con Ricotta e Pecorino.
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