Territorio

La Valdadige

La Valdadige, un territorio da scoprire, ricco di fascino e cultura.

Da nord porta d’ingresso verso la solarità della pianura e del lago di Garda e, al contrario si snoda tra i fianchi del Monte Baldo e della Lessinia, fino a raggiungere la regione trentina.

Un viaggio affascinante attraverso una terra piena di profumi e colori, dal clima ideale per la coltivazione della vite.

La Valdadige e la vite

Vini prodotti lungo il corso del fiume Adige in un’area veronese, ma trentina dal punto di vista climatico.

La Valdadige è una valle modellata dai ghiacciai e scavata dal fiume Adige.

Si insinua a sud partendo dalla Chiusa di Ceraino e si apre a nord tra i fianchi del Monte Baldo e della Lessinia.

Sono vini dai delicati profumi prodotti nella valle dell’Adige coronata di castelli e di forti, importante via di comunicazione, fin dall’epoca romana, tra il Mediterraneo e il mondo alpino.

Il più importante vitigno autoctono della terra dei forti è l’Enantio citato dallo storico romano Plinio già nel I sec. d.c.

L’Enantio ha un colore rosso rubino molto intenso con profumi di frutta matura particolarmente penetranti.

Gli abbinamenti tradizionali sono con i piatti di carni rosse e selvaggina e con formaggi stagionati come il Monte Veronese.

Una delle principali attrazioni del Monte Baldo è l’Orto Botanico che si trova a 1232 metri di altitudine in Località Novezzina.

Viene gestito dalla Comunità Montana del Baldo in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.

E' stato istituito per valorizzare la straordinaria flora del Baldo, che è tale per le condizioni climatiche così particolari.

Partendo dalla sponda del lago e dai bassi versanti della Valdadige, dove si trovano specie sempreverdi d'ambiente sub-mediterraneo, si sale infatti rapidamente alle specie d'ambiente alpino, sia rupestre, sia di prateria.

L’altopiano della Lessinia

Si apre a ventaglio nelle Prealpi venete a nord di Verona, confina a oriente con la provincia di Vicenza, a occidente con la Val d’Adige, a nord con la valle di Ronchi, che la separa dalla provincia di Trento.

Un complesso ecosistema ha contrassegnato la storia di questa regione, dove fin dall’antichità si erano insediate alcune comunità cimbre che diedero vita a occupazioni fiorenti ancora oggi, come l’alpeggio e la lavorazione della pietra, o ad altre attività cadute ormai in disuso, come lo stoccaggio e il commercio di ghiaccio naturale e la produzione di carbone di legna, che la recente costituzione del Parco Naturale Regionale della Lessinia intende recuperare sotto il profilo culturale.

Il parco custodisce al suo interno testimonianze naturalistiche, archeologiche e storiche di inestimabile valore e il suo variegato ambiente prealpino contribuisce a diversificare le proposte, legate soprattutto agli sport invernali e all’escursionismo, rivolte ai visitatori provenienti da tutta Europa.

I Forti

La Valdadige, invece, è sempre stata, fin dall’epoca della conquista, una via di comunicazione fonda-mentale per il nord e centro Europa.

Rocche, castelli e forti si susseguono sui crinali che dominano la valle e lungo la storia, la Valdadige, infatti, ha visto transitare numerosi eserciti.

Sono in tutto otto forti eretti tra il 1848 e la fine del secolo da austriaci e italiani.

Fortificazioni erette a presidio della valle che sono divenuti parte integrante e caratterizzante della valle.

Nella parte alta si trova il Forte di Rivoli di fronte al quale sorgono, sull’altro versante della vallata, il Forte di Ceraino, la Tagliata della Chiusa e il Forte di Monte.

Nella parte inferiore della valle furono invece eretti Forte San Marco, la Tagliata di Canale, Forte Cimo Grande e Forte Masua.

Forte di Rivoli: Era chiamato forte Wohlgemuth (in onore di un generale austriaco distintosi nella campagna del 1848).

Dopo il 1866 (data dell’annessione del Veneto al Regno d’Italia), una apposita Commissione Ministeriale, dichiarò le fortificazioni della zona, strategicamente e tecnicamente validi.

Fu quindi modificato con l’inversione del tiro delle batterie e con l’aggiunta di una Batteria Bassa (il suo compito era di battere d’infilata lo sbocco della Val d’Adige verso nord-est) e una caserma (Massena) nascosta dietro il monte. Da tale data fu chiamato Forte Rivoli.

Forte Ceraino: Fu costruito dagli austriaci tra il 1850 ed il 1851. Dopo il 1866 fu chiamato Forte Ceraino. Faceva parte dei forti della chiusa di Rivoli-Ceraino. Doveva battere la Val Lagarina verso Dolcè, il monte S. Marco ed una parte dell’anfiteatro di Rivoli incrociando il fuoco con il forte Rivoli ed il sottostante Adige.

Dopo la riunione del Veneto all’Italia, fu ammodernato e migliorato cambiando la direzione del tiro ed inserendolo nel nuovo sistema difensivo realizzato verso il confine trentino dell’Impero Asburgico. Venne adibito poi a deposito di munizioni.

Vie d'accesso: Dall’abitato di Ceraino si può percorrere la ex-strada militare che porta al sovrastante Forte Ceraino.

Tagliata della Chiusa: Analogamente alla Tagliata d'Incanal sulla destra, anche quest'opera è il diretto sbarramento stradale della strada e della ferrovia sulla sinistra dell'Adige.

Si tratta del primitivo forte austriaco "Etschklause" nel suo aspetto originale.

E' stato sventrato nei lavori d'allargamento della strada statale diversi anni fa.

E' stato pure deviato il corso della ferrovia che prima lo attraversava.

Vie d'accesso: Dalla città di Verona si percorre la SS. del Brennero fino alla località Chiusa di Ceraino. A nord dell'albergo omonimo si può parcheggiare e visitare i ruderi del forte.

Forte di Monte: Durante la Guerra d’Indipendenza venne armato con venti pezzi di artiglieria di vario calibro. Dopo il 1866 (data dell’annessione del Veneto al Regno d’Italia) fu chiamato Forte Monte; sempre in quell’anno una apposita Commissione Ministeriale, dichiarò le fortificazioni della zona, strategicamente e tecnicamente validi.

Fu quindi invertita la direzione del tiro. Venne quindi utilizzato dall’Esercito Italiano, vista la sua posizione strategica. Passo poi, dallo Stato a privati ma nel 1945 fu semidistrutto dallo scoppio, operatovi dai tedeschi in fuga, delle polveri immagazzinatevi, abbandonato, anche se recuperabile esisteva la proposta di trasformarlo in struttura alberghiera , ora sembra attendere solo una frana dal sovrastante Monte Pastello. E’ ora di proprietà privata.

Vie d'accesso: Da Verona si percorre la SS del Brennero e si arriva all’abitato di Fumane. Da qui ci si indirizza alla frazione di Cavalo e poi verso Vezzano. Da qui tramite una stradina sterrata si arriva all’opera.

Forte S.Marco: Fu costruito a completamento della linea difensiva verso il confine con l’Austria-Ungheria (ora confine di provincia). Il forte San Marco costituiva l'ala sinistra avanzata del sistema di sbarramento.

Durante la Prima Guerra fu armato ma venne utilizzato solo per l’acquartieramento di truppe. Sparò solamente qualche colpo (di mitragliatrice e di fucili) contro gli aerei austriaci che si dirigevano verso Verona per bombardarla. E’ ora in proprietà privata ed è usato per allevamento.

Vie d'accesso: Dopo essere usciti dal casello autostradale di Affi sulla A 22 del Brennero ci si porta in località Zuane e da qui si può compiere un escursione a piedi, prendendo la stradina a fondo naturale che in poco più di un'ora sale in direzione nord-ovest al Forte San Marco.

Forte Cimo Grande: Ha un piazzale antistante e un fossato a nord-ovest scavato nella roccia, in posizione dominante sul bordo della valle. Era dotato di numerosi locali per la guarnigione. Era collegato con una batteria secondaria collocata nella vetta del monte Cimo. Rispecchiava la classica tenaglia tipica degli austriaci, in quanto, assieme al dirimpettaio forte Masua completava la difesa della Val d’Adige.

Vie d'accesso: Dall’abitato di Caprino Veronese ci si porta verso Ferrara di Monte Baldo. Prima di arrivare alla località di Spiazzi, si prende una stradina sulla sinistra. Dopo circa un chilometro si arriva al forte.

Forte Masua: Opera facente parte della Fortezza di Verona, settore sinistra Adige. Fu costruito per difendere la frontiera (ora confine di provincia) con l’Austria. Era l'ala destra avanzata dell' intero sbarramento difensivo. Nei primi anni del secolo fu dotato di cupole girevoli per cannoni. Durante la Prima Guerra furono tolte e non ne resta traccia alcuna. Dopo il 1916 fu disarmato e utilizzato come deposito e poi dismesso. E’ ora di proprietà privata.

Vie d'accesso: Da Verona ci si porta all’abitato di Fumane. Da qui ci si indirizza alla frazione di Cavalo e poi verso Breonio. A poco di più di metà strada tra le due frazioni, dopo la località Molane, si trova sulla destra il forte Masua.

Eno-gastronomia

Vino

Vini prodotti lungo il corso del fiume Adige in un’area veronese, ma trentina dal punto di vista climatico. La Valdadige è una valle modellata dai ghiacciai e scavata dal fiume Adige. Si insinua a sud partendo dalla Chiusa di Ceraino e si apre a nord tra i fianchi del Monte Baldo e della Lessinia.

Sono vini dai delicati profumi prodotti nella valle dell’Adige coronata di castelli e di forti, importante via di comunicazione, fin dall’epoca romana, tra il Mediterraneo e il mondo alpino.

Il più importante vitigno autoctono della terra dei forti è l’Enantio citato dallo storico romano Plinio già nel I sec. d.c. L’Enantio ha un colore rosso rubino molto intenso con profumi di frutta matura particolarmente penetranti.

Gli abbinamenti tradizionali sono con i piatti di carni rosse e selvaggina e con formaggi stagionati come il Monte Veronese.

Valdadige Bianco

Vari sono i vitigni che compongono l’uvaggio del bianco della Valdadige: i principali sono il Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling italico, Müller Türgau. Caratterizzato da un colore giallo paglierino, il Valdadige bianco ha un sapore pieno e delicato accompagnato da un profumo di frutta fresca. Ha un grado alcolico non inferiore ai 10,5° e va servito a circa 12°. Può accompagnare tutto il pasto con una preferenza per le minestre e per il pesce.

Valdadige Rosso

Il Rosso ha un uvaggio meno composito del bianco: Enantio e Schiave sono i due vitigni base a cui si possono aggiungere per il 30% altri vitigni trai quali Merlot, Pinot Nero e Negrara. Ha un colore rosso rubino intenso, un persistente profumo fruttato e un sapore morbido, a tratti vellutato. Con una gradazione di almeno 11°, a tavola va servito a circa 16° per piatti a base di carne rossa, grigliate e selvaggina.

Asparago Bianco di Rivoli

L'asparago è originario del Mediterraneo e dell'Asia Minore. Le prime testimonianze della sua coltivazione in Italia risalgono al 200 a.C. quando Catone lo citò nel De agricoltura e più tardi Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia del 79 a.C., essi citano l'uso alimentare del turione, ma durante il Medioevo fu sfruttato soprattutto per le sue doti officinali.

La Provincia di Verona è una delle zone elette per la coltura dell’asparago, una varietà rinomata è l’asparago bianco di Rivoli, coltivato unicamente nelle colline moreniche di Rivoli veronese. La sua produzione è molto limitata. Il colore lo contraddistingue dalle altre varietà ed è dovuto alla sua posizione in profondità nel terreno lontano dalla luce. A fronte di uno scarso apporto di calorie, gli asparagi hanno la caratteristica di stimolare l'appetito e di essere depurativi e diuretici.

Come gustarlo: Si mangia fresco, quando è ancora giovane, in quanto è più tenero e gustoso. Molto appetitoso in abbinamento a uova sode con olio extra vergine d’oliva o burro fuso, sono anche un ottimo ingrediente per i primi piatti, in particolare risotti. Nei mesi di aprile-maggio lo si può degustare in piatti tipici, durante le sagre e nelle trattorie e agriturismo in pianura e a Rivoli.

Nella prima settimana di Maggio si tiene la festa dell’asparago di Rivoli.

Miele

Cosa c’è di meglio per le api che scorazzare nei prati profumati della valle in primavera e impollinare i profumatissimi fiori? Dai loro alveari, esperti apicoltori ricavano il dolcissimo miele. Si produce pappa reale, propoli, ma anche candele, creme e balsami.

Il Miele di Acacia è ricercato per le sue doti di dolcificante e le sue proprietà di antinfiammatorio della gola e disintossicante del fegato; il Miele di Tiglio è conosciuto per le sue proprietà calmanti e sedative, antispasmodico, agisce sul sistema nervoso e libera le vie respiratorie; il Millefiori è ottimo per le vie respiratorie e come miele da tavola, il Miele di Castagno contiene moltissimo polline, è usato contro tosse e bronchite, favorisce la circolazione del sangue.

Nell'ultima domenica di agostosi tiene la Festa dell'Apicoltura a Bosco Chiesanuova (VR).

Formaggio

Il formaggio Monte Veronese DOP viene prodotto in tre diverse tipologie. Deriva esclusivamente dalla lavorazione di latte crudo proveniente dagli allevamenti della Lessinia, dove un microclima favorevole, la varietà delle erbe che compongono i pascoli, i metodi di produzione tradizionali e un’adeguata stagionatura determinano caratteristiche qualitative e nutrizionali irripetibili.

Tipico della tradizione casearia dei fertili pascoli della Lessina, questa tipologia di formaggio sembra avere origini risalenti al Medioevo. Infatti ancora prima dell’anno mille, era considerato come preziosa merce di scambio in sostituzione della moneta.

Il termine "Monte” fa probabilmente riferimento alla tecnica di produzione, in cui il latte che veniva cagliato proveniva da più mungiture. La tecnica di produzione si perfezionò un paio di secoli dopo con l’arrivo dei Cimbri. 

Solo formaggi di alta qualità sono in grado di subire l’affinamento: il Monte Veronese e il Cimbro, dopo aver sostato nei locali adibiti alla stagionatura, vengono sottoposti a uno dei tanti procedimenti, come la conservazione in tini, immersi tra i frutti, le erbe aromatiche o le spezie, che li impregnano di preziosi sentori, l’ubriacatura nelle vinacce o l’invecchiamento in cavità sotterranee chiamate fosse.

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